Cinema, Munarini (Open Sky): “Con i servizi on demand su banda larga nasceranno nuovi editori”

Secondo il direttore generale dell’azienda specializzata nella trasmissione di contenuti digitali per il grande schermo, i nuovi servizi rappresentano una grossa chance di trasformazione per i player del mercato. “Ma le regole non valgono per tutti i Paesi. Anche nel cinema vale il principio ‘Thing globally, act locally”

Pubblicato il 12 Dic 2014

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Sorpreso, soddisfatto. Walter Munarini, direttore generale di Open Sky, è reduce dalle Giornate Professionali di Cinema di Sorrento dove la divisione Cinema di Open Sky ha lanciato la novità del servizio cinema on demand e dove ha ricevuto il premio speciale dall’Anec, l’associazione esercenti cinematografici. Motivo: “L’attività svolta per la digitalizzazione a fianco dell’Associazione, in ultimo con la diretta streaming degli eventi dalla Casa dello Spettacolo a Venezia”. Un premio significativo che riconosce in Open Sky il leader nella trasmissione di contenuti digitali per i cinema, un attore del cambiamento del mercato e delle sale. “È singolare trovare un’azienda tecnica come la nostra in un’occasione dove si premiano film, attori e distributori. Noi siamo abituati a stare “dietro le quinte”, se ci premiano vuol dire che il nostro lavoro si è fatto notare, che Open Sky viene percepita anche come partner disponibile al dialogo e all’ascolto delle varie esigenze, flessibile il giusto per adattare i suoi servizi in relazione ai bisogni reali del mercato”, spiega Munarini.

Visto che lo switch off digitale nei cinema si è completato nel corso del 2014, quando avete cominciato l’attività di delivery?

Tutto è cominciato nel 2006 con un bando dell’Ente Spaziale Europeo che vincemmo. Nel 2008 abbiamo trasmesso i primi DCP (i film in formato digitale, ndr). Ma il vero salto di qualità l’abbiamo fatto quando il nostro gruppo R&D ha messo a punto il NOC, il software di gestione che ci viene richiesto in continuazione da vari operatori nel mondo.

Perché definisce il NOC un salto di qualità?

Perché il nostro compito più delicato è garantire l’integrità del contenuto e fare in modo che tutti i cinema lo ricevano. Trasmettiamo infatti circa 300 titoli l’anno più decine di eventi live e lo facciamo 24 ore al giorno, senza il NOC non sarebbe possibile. Allora, mettiamola così: consideriamo il NOC come il nostro “collega” segreto, un aiutante che fa il lavoro più duro e ripetitivo. Tra l’altro, essendo il NOC sviluppato in progress dai nostri ingegneri è un collega che impara, migliora, si completa.

In Italia siete i soli a offrire questo tipo di servizio?

Non siamo gli unici, ma siamo i leader grazie al capitale umano, all’assistenza tecnica, alla capacità di sviluppo tecnologico, alla chiarezza della politica commerciale. Ma soprattutto, come dicevo, ci siamo affermati grazie al dialogo che abbiamo instaurato con gli esercenti e le case di distribuzione. A proposito di concorrenza, mi faccia dire una cosa. Io visito molti cinema e vedo che ci sono anche decoder dei nostri competitor, italiani e stranieri, ma molti di questi decoder li vedo spenti. Quei decoder sono stati installati essenzialmente per un motivo, sono stati regalati.

Il decoder gratis?

Già, e sinceramente trovo anomalo che il decoder sia dato gratis perché è un costo di cui qualcuno deve pur farsi carico. Un business plan sano deve invece essere equilibrato tra costi ed investimenti. Se poi, nonostante il decoder gratis, non decolla il servizio di delivery, oltre ad essere un danno economico per le aziende che hanno intrapreso questa politica, tendo a credere che dietro alla gratuità ci sia ben poco in termini di prestazioni, funzionalità, assistenza, team. Manca un’anima, insomma… Evidentemente, un investimento mal calcolato.

Questa realtà si riscontra in tutta Europa?

No, è una particolarità tutta italiana. In Europa è diverso, il mercato è più corretto. Esiste infatti la competizione e per tale motivo Open Sky è entrato a far parte recentemente di un gruppo paneuropeo attivo dal Portogallo alla Turchia. Al momento, all’interno di questo gruppo Open Sky è centro di competenza e trasmissione per quattro Paesi – Italia, Germania, Austria e Turchia. Tengo a precisare che se la dimensione del business è europea, le logiche e le dinamiche sono diverse da mercato a mercato, bisogna quindi essere molto vicini agli esercenti. Anche con i cinema vale il principio “Think globally, act locally”.

Quali benefici economici ha portato la digitalizzazione dei cinema?

Il costo della produzione del contenuto, ieri pellicola oggi file digitale, è precipitato di 30 volte circa.

Il numero dei biglietti staccati non è però aumentato in ragione ai costi ridotti.

In Italia il mercato si è ormai consolidato ed oscilla attorno ai 100 milioni di incassi annui. Il trend potrebbe cambiare grazie all’ultima novità che abbiamo presentato a Sorrento. È il servizio di cinema on demand attraverso la connessione a banda larga, concepito per offrire agli esercenti l’opportunità di gestire il loro cinema secondo logiche personali, come fossero degli “editori”, in grado di organizzare rassegne o miniprogrammazioni. Anche in questo caso la tecnologia può fungere da volano di crescita dello sbigliettamento. E come sappiamo, dietro lo sbigliettamento nelle sale c’è l’industria cinematografica nazionale che ha un valore che si aggira oggi attorno ai 700 milioni di euro.

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