SCENARI

Chief Information officer sempre più strategici: è la tecnologia a muovere il business

Secondo uno studio di Ibm cresce il ruolo dei manager a contatto diretto con l’innovazione. La pandemia ha accelerato la necessità di applicazioni basate su intelligenza artificiale e cloud ibrido

Pubblicato il 26 Nov 2021

A. S.

ibm

Il ruolo del chief information officer è sempre più determinante per lo sviluppo strategico e organizzativo delle aziende che puntano maggiormente sulla tecnologia. È quanto emerge dal recente studio globale annuale realizzato da Ibm Institute for Business Value, che evidenzia come secondo i Ceo intervistati i prossimi anni saranno sfidanti anche per altre figure aziendali nella C-Suite, particolarmente le figure più tecniche, come i Cio e i Cto.

“La pandemia di Covid 19 ha accelerato la necessità di disporre di applicazioni di intelligenza artificiale e cloud ibrido per gestire i processi di business più critici. Nell’era post-pandemica – spiega Kathryn Guarini, chief information officer di Ibm – il ruolo della tecnologia non è mai stato così critico e spetta ai Cio determinare la strategia, abbattere i silos interni e guidare l’agilità e l’innovazione in ogni segmento di business”.

Tra i temi in questo momento al centro dell’attenzione dei cio per la trasformazione digitale sono in primo piano l’intelligenza artificiale, il cloud ibrido e la sostenibilità. La sfida principale è quella di garantire continuità nell’offrire i servizi IT indispensabili per la gestione delle attività quotidiane, dando contemporaneamente un contribuot all’innovazione e alla crescita del business.

Dalla ricerca emerge con chiarezza l’importanza dei dati e dell’automazione per abbattere i silos e creare nuovi flussi di valore: è infatti cresciuto del 560% in due anni il numero dei Cio nel campione che segnalano un’elevata maturità nei flussi di lavoro abilitati all’AI. A questo si aggiunge il fatto che il 37% degli intervistati cita l’automazione dei processi quale leva in grado di influire positivamente nelle organizzazioni, con un impatto maggiore nell’IT (40%), nella finanza (35%) e nella produzione (35%).

Al centro delle strategie basate sull’intelligenza artificiale c’è il cloud ibrido, la cui adozione è aumentata in due anni del 700% tanto da proporsi come l’architettura IT dominante sul mercato.

Il ruolo della tecnologia risulta inoltre fondamentale per indirizzare gli obiettivi aziendali nell’area della sostenibilità, con il 42% dei cio intervistati che si aspetta che la tecnologia abbia un impatto significativo sulla sostenibilità nei prossimi tre anni.

Dell’evoluzione del ruolo del Cio in azienda fa parte anche il suo fare da elemento di collegamento con le altre funzioni aziendali, per la capacità di creare connessioni in grado di soddisfare le necessità tecnologiche e di riorganizzare le risorse, per promuovere agilità ed efficienza. Anche se nell’ambito IT soltanto quattro cio su dieci dicono di interagire frequentemente con i CTO. Una carenza di connessione che secondo la ricerca “potrebbe portare l’azienda a non avere la visione inter-aziendale e la capacità necessaria per gestire opportunamente i dati critici”.

Quanto poi all’importanza di considerare un ambiente di lavoro ibrido, l’83% dei cio intervistati afferma di aver implementato strategie di lavoro remoto, ma solo il 23% si aspetta che i cambiamenti generati dalla pandemia di Covid-19 in questo ambito possano affermarsi nel tempo, mentre d’altro canto quasi due dipendenti su tre, il 65%, dicono che preferirebbero lavorare esclusivamente da remoto o adottare un modello ibrido, se avessero la possibilità di scegliere.

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