IL REPORT

Cloud, l’Italia rischia di fallire gli obiettivi Ue: “Gap da 37 punti percentuali”

Secondo uno studio Deloitte-Vodafone solo il 38% delle imprese utilizza i servizi. Un dato lontano dai target del “Decennio Digitale”. E il numero di specialisti Ict deve aumentare di 1,84 milioni

Pubblicato il 30 Mar 2022

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L’Italia rischia di fallire gli obiettivi del Decennio Digitale Ue sul fronte cloud. Secondo il rapporto “I progressi verso l’ambizione del Decennio Digitale dell’Ue”, realizzato da Deloitte e commissionato da Vodafone, nel nostro Paese la percentuale di imprese che utilizzano la tecnologia cloud deve aumentare significativamente di 37 punti percentuali per raggiungere gli obiettivi del piano della Commissione europea.

In Italia infatti solo il 38% delle imprese utilizza attualmente i servizi di cloud computing, con un gap di 37 punti percentuali rispetto all’obiettivo del 75% da raggiungere entro il 2030. I servizi cloud possono contribuire a rendere i dati maggiormente sicuri, a guidare un processo di efficienza, ad aiutare le aziende a crescere, ad offrire nuovi insight e a ridurre i costi per le imprese: risultano dunque fondamentali per il successo delle aziende, per la loro crescita e per supportare in generale la competitività dell’Europa.

E persiste un gap anche in altre aree del decennio digitale,. Ad esempio la percentuale di households coperte da reti Vhcn è del 34% nel 2021, il che significa che esiste ancora un gap di 66 punti percentuali. “Colmare questo divario potrebbe rivelarsi impegnativo per la maggior parte, se non per tutti gli Stati membri, a causa dei costi elevati e delle sfide operative nella distribuzione di queste reti in aree rurali”, si legge nel report.

Il gap nelle competenze digitali

Anche la mancanza di specialisti Ict sta contribuendo a rallentare il percorso verso gli obiettivi del Decennio Digitale, mettendo a rischio la capacità dell’Europa di scalare le tecnologie necessarie per essere leader a livello globale. In Ue il numero di specialisti Ict è attualmente di 8,43 milioni, un numero che avrebbe bisogno almeno di raddoppiare per raggiungere l’obiettivo dei 20 milioni di specialisti Ict previsti dal Decennio Digitale.

La digitalizzazione delle Pmi

I progressi nella digitalizzazione delle Pmi stanno diminuendo per alcuni Stati membri, mettendo a rischio l’obiettivo generale del Decennio Digitale dell’Ue. L’intensità digitale delle Pmiè rimasta relativamente piatta negli ultimi cinque anni, con un tasso medio di crescita annuale in tutta l’Ue tra il 2016 e il 2021 pari a solo il 2%. L’intensità digitale è definita secondo il Digital Intensity Index che misura la disponibilità di 12 diverse tecnologie digitali, tra cui l’accesso alla banda larga veloce (30 Mbps o superiore) e la disponibilità di specialisti Ict.  In alcuni casi, gli Stati membri sono attualmente più indietro rispetto ai loro obiettivi rispetto al 2019, come la Repubblica Ceca (-14 punti percentuali) o il Portogallo (-9 punti percentuali). L’Italia è invece tra i Paesi che ha avuto una crescita di 11 punti percentuali.

“È fondamentale per l’Europa colmare le carenze sugli obiettivi del Decennio Digitale evidenziati in questo rapporto – dice Joakim Reiter, Chief External Affairs Officer del Gruppo Vodafone – Senza specialisti Ict e senza Pmi digitalizzate e adatte al futuro, sarà difficile per l’Europa competere nei mercati globali e costruire le soluzioni industriali digitali di domani”.

“Tutti i paesi devono partecipare al rafforzamento e al miglioramento delle capacità digitali del nostro continente – prosegue – I progressi che coinvolgono solo alcuni Stati membri non saranno sufficienti per raggiungere le ambizioni digitali dell’Europa. Mentre questi gap restano, la nostra visione di un’Europa competitiva, più ”verde” e più resiliente si allontana. Infatti, il Parlamento europeo ha recentemente stimato che il costo dell’inazione sarà di 1,3 trilioni di euro entro il 2032”.

L’impatto della pandemia sul Pil

 I finanziamenti per gli Stati membri saranno soggetti a ulteriori cambiamenti in seguito al crollo del PIL durante la pandemia. Gli Stati membri il cui Pil è crollato più del previsto, avranno un aumento dei fondi e delle sovvenzioni a loro disposizione da parte della Commissione Europea. La Germania, il Portogallo e la Spagna potrebbero vedere i maggiori aumenti relativi delle sovvenzioni, mentre l’Irlanda, la Romania e i Paesi Bassi potrebbero vedere le maggiori diminuzioni relative delle sovvenzioni a causa di aumenti del Pil migliori del previsto.

Gli strumenti chiave per raggiungere i target digitali

 Il rapporto evidenzia quattro strumenti politici chiave, che potrebbero aiutare a realizzare gli obiettivi del Decennio Digitale:   

  1. Coordinamento tra i governi: Una collaborazione efficace tra i governi degli Stati membri (autorità nazionali, regionali e locali) potrebbe aiutare a garantire che gli investimenti digitali siano effettivamente mirati, sincronizzati e tempestivi. 
  1. Collegamento degli ecosistemi digitali: L’emergere di nuovi ecosistemi digitali dipenderà da una gamma diversificata di organizzazioni che lavorano insieme, con i governi che contribuiscono a facilitare.  
  1. Condivisione dei dati: Garantire che i dati siano accessibili, riutilizzabili e sicuri aiuterà a facilitare la condivisione e a sostenere gli ecosistemi digitali, comprese le smart city, la sanità digitale, la smart energy e la mobilità.
  1. Dimostrazione del Digital Value: Dimostrare il valore degli investimenti digitali attraverso progetti pilota e valutazione dei benefici concreti può aiutare a sbloccare ulteriori investimenti pubblici e può contribuire a fornire informazioni utili per i processi decisionali su investimenti futuri.

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