LA CLASSIFICA EUROSTAT

Cloud, Italia quarta in Europa: il 60% delle imprese è sulla “nuvola”

Siamo nettamente sopra la media Ue del 36%, solo tre Paesi scandinavi (Finlandia, Svezia e Danimarca) ci superano. Grecia, Romania e Bulgaria i fanalini di coda. Ma anche Spagna e Francia arrancano

Pubblicato il 21 Gen 2021

Cloud imprese-Eurostat

Le imprese europee faticano ad abbracciare con convinzione i servizi in cloud: li usa solo il 36% delle aziende con dieci o più dipendenti nell’Ue dei 27, nonostante il 98% abbia una connessione Internet. L’Italia è molto più avanti: con una penetrazione del 60% dei servizi cloud nelle imprese siamo quarti. Questa la fotografia scattata dall’Eurostat, l’Istituto europeo di Statistica.

La Germania è poco sotto la media Ue, più giù Spagna e Francia con una diffusione inferiore al 30%. I dati, riferiti dall’ufficio statistiche dell’Unione europea Eurostat, relativi al 2020. La media Ue del 36% rappresenta comunque una crescita importante dell’utilizzo dei servizi cloud: la percentuale è quasi doppia rispetto a quella del 2016 (19%).

L’Europa dei divari

Spicca il divario tra Paesi del Nord e del Sud-est dell’Europa. L’Eurostat sottolinea che, mentre il livello di accesso a Internet è simile in tutta l’Ue dei 27, l’utilizzo dei servizi in cloud presenta disparità enormi. In Finlandia è il 75% delle imprese a usare il cloud, in Svezia il 70% e in Danimarca il 67%. Al lato opposto si collocano Grecia (17%), Romania (16%) e Bulgaria (11%).

Come viene usato il cloud

Il 76% delle imprese usa il cloud per il servizio di posta elettronica. Il 67% sceglie il cloud per la conservazione dei files, il 58% per il software aziendale e il 47% per ospitare i propri database.

Il cloud viene anche utilizzato per accedere ad applicazioni software più avanzate per l’utente finale, come quelle finanziarie e per la contabilità (45%) e per il customer relationship management o Crm (27%). Ancora, il 24% delle imprese che usa il cloud computing afferma di rivolgersi a queste piattaforme per sfruttare il potere computazione aggiuntivo e on-demand che serve alle loro applicazioni software aziendali.

L’Italia firma per il cloud europeo

A fine dicembre l’Italia, rappresentata dai ministri dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, e dell’Innovazione, Paola Pisano, ha aderito a un Ipcei (Importante progetto di Comune Interesse Europeo) che ha l’obiettivo di definire un approccio comune al cloud. Il progetto ha l’adesione di 25 Stati membro.

“Insieme a Francia, Germania e Spagna invitiamo tutti gli Stati membri dell’Ue a prenderne parte per definire insieme la prossima generazione di infrastrutture e servizi cloud dell’Unione europea – ha scritto Pisano su Facebook – Attraverso investimenti comuni da destinare a settori quali il cloud e l’economia digitale, l’obiettivo è promuovere una strategia industriale europea ambiziosa che possa rafforzare l’autonomia tecnologica dell’Ue, favorendo lo sviluppo delle aziende italiane ed europee in questo settore. A beneficio dei nostri cittadini e della nostra economia”.

Gli Stati membri concentreranno le loro azioni su investimenti congiunti. Si punta a definire un approccio europeo, lavorando su una serie di soluzioni tecniche e norme politiche per la promozione di servizi cloud interoperabili paneuropei.

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