LA COLLABORAZIONE

Oracle e Microsoft “sincronizzano” il cloud per battere Aws

L’accordo mira a far funzionare in sincrono i servizi grazie a una “trama” di link ad alta velocità tra i datacenter. Obiettivo: accrescere i clienti ed espandere i servizi per le imprese

Pubblicato il 06 Giu 2019

Antonio Dini

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I piccoli concorrenti si uniscono per spodestare dal trono il re della giungla del cloud. Grazie a dei collegamenti ad altissima velocità tra i datacenter che contengono le loro nuvole, Microsoft e di Oracle, uniscono le loro forze per sconfiggere AWS, il braccio cloud di Amazon, che ha inventato e domina il mercato delle nuvole per le imprese.
Ieri infatti Microsoft e Oracle hanno annunciato pubblicamente che hanno raggiunto l’accordo per far funzionare in sincrono i loro servizi di cloud grazie a una trama di link ad alta velocità tra i loro datacenter. Obiettivo: pescare i pesci grossi nel mare del cloud: le grandi aziende che hanno bisogno di questo tipi di servizi e che sono normalmente clienti di Amazon Web Services (AWS), l’unità dei servizi cloud di Amazon.

Le due società hanno spiegato che il collegamento ad alta velocità tra i loro data center inizierà con le strutture negli Stati Uniti orientali e si diffonderà alle altre regioni più avanti. Le due aziende lavoreranno anche insieme per consentire agli utenti comuni di accedere ai servizi di entrambe le società con un singolo nome utente e ottenere un supporto tecnico unificato di entrambe le società.

La mossa arriva nel momento in cui sia Oracle che Microsoft stanno cercando di vincere come clienti delle grandi aziende ed enti governativi. Questo, anche negli Usa, è infatti un momento di profonda trasformazione: le aziende e gli enti pubblici stanno valutando lo spostamento delle attività di elaborazione attualmente gestite nei propri data center a quelli dei provider di servizi cloud.

«Grazie – ha detto Scott Guthrie, a capo del cloud di Microsoft – alle competenze aziendali di Oracle, questa alleanza è una scelta naturale per noi poiché ci consente di aiutare i nostri clienti comuni ad accelerare la migrazione delle applicazioni e dei database aziendali al cloud pubblico».

In realtà è in parte anche una mossa difensiva, perché la maggior parte di questi clienti erano già Oracle (e in parte Microsoft) nelle soluzioni pre-cloud. E adesso, con l’arrivo dei servizi di outsourcing dell’infrastruttura IT è AWS, il più grande fornitore di cloud computing sul mercato, che sta letteralmente invadendo il settore e conquistando molti dei clienti considerati roccaforti storiche ad esempio di Oracle nel mercato dei database.
«Con questa alleanza – ha detto Don Johnson, vice presidente esecutivo dell’unità cloud infrastructure di Oracle – i nostri clienti comuni possono migrare l’intero set di applicazioni esistenti nel cloud senza dover riprogettare nulla, preservando i grandi investimenti già effettuati».

Microsoft in precedenza aveva già firmato un contratto simile con il produttore di software tedesco SAP e con l’americana Adobe, per far funzionare meglio i servizi tramite un cloud congiunto.

Secondo Ed Anderson, analista di Gartner, la mossa è un chiaro “colpo” ad AWS, in particolare da parte di Oracle: «Non è un segreto che Oracle consideri AWS come un suo grande concorrente nel mercato dei database». Per Anderson però restano alcune domande senza risposta sull’accordo. Ad esempio, i clienti quali spese di trasferimento dati dovranno affrontare per muovere grandi quantità di informazioni avanti e indietro tra i due servizi?

Comunque, nel complesso Anderson ritiene che la mossa di Microsoft e Oracle sia probabilmente utile per le aziende clienti, dato che il loro passaggio verso il cloud e la conseguente riduzione dei costi e semplificazione della complessità delle infrastrutture: «Entrambe le società hanno trovato un ottimo modo per collegare le loro offerte cloud».
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