STRATEGIE

Cloud, servizi personalizzati e security: le telco affilano le armi contro gli Ott

È sui servizi a valore aggiunto che si giocherà la partita. E gli operatori si preparano a diventare broker di terze parti facendosi garanti della qualità dell’offerta

Pubblicato il 05 Nov 2014

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Cloud computing con alti livelli di garanzia, personalizzazione del servizio e un focus particolare sulla sicurezza. A quanto risulta dalle loro ultime mosse, è così che gli operatori telefonici italiani (ed europei) affrontano la sfida, lanciata dagli Over the top, sul mercato dei servizi per le aziende. Ed è una sfida al rialzo: gli operatori lavorano infatti su un doppio binario: aumentare la sofisticazione dei servizi applicativi e sviluppare un’offerta aperta a fornitori di terze parti.

“I prezzi per i servizi tradizionali- telefonate e internet- continuano a calare. Gli operatori sono quindi costretti a riposizionarsi sull’offerta di servizi gestiti, ossia quelli a maggior valore aggiunto”, spiega Cristoforo Morandini, partner Between. “E lo stanno facendo con una strategia comune: sfruttano il proprio asset tipico, cioè la rete telefonica”. Poter controllare la rete end to end (fino all’utente finale) consente loro di alzare il livello di garanzie e di supporto ai clienti e così di differenziarsi dagli Ott. Gioca a favore di questa strategia anche il potenziamento della rete fissa e mobile, verso la fibra e le evoluzioni del 4G.
Concorda Andrea Rangone, a capo degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano: “Grazie al controllo della rete gli operatori possono dare più garanzie sui servizi finali e modulare meglio i service level agreement dei contratti; ma anche occuparsi con più cura della sicurezza informatica dei propri clienti. Infine, punto di forza degli operatori è il billing: hanno già conti aperti con le aziende, storicamente, per i servizi telefonici; partono avvantaggiati, quindi, se vogliono aggiungervi sopra servizi a valore aggiunto”.

Le mosse degli operatori stanno accelerando su questo solco tracciato. “All’inizio si limitavano ad aggiungere, all’offerta, i servizi che sono direttamente legati alla rete- spiega Morandini -. Come la sicurezza o il governo delle diverse componenti di rete dei clienti. Adesso si spingono oltre, offrendo anche piattaforme architetturali e applicativi, entrando quindi sempre più nel business dei clienti finali. Ripercorrono quindi una strada che gli informatici ed i system integrator hanno intrapreso da oltre un decennio”. Significa anche è una guerra senza quartiere: grazie al paradigma del cloud, tutti offrono tutto e gli operatori telefonici si trovano a competere da una parte con gli Ott dall’altra con le aziende informatiche tradizionali come Ibm o Hp.
Si noti che le telco adottano adesso strategie diverse per i clienti pmi e per le aziende medio grandi. Queste ultime sono il loro terreno d’elezione, più protetto dagli attacchi degli Ott. Gli operatori continuano a coltivarlo investendo in tecnologie con cui offrire servizi di cloud ibrido e personalizzati; integrati con le infrastrutture IT già installate in azienda.

Sulle pmi, le telco devono invece scontrarsi con le posizioni consolidate degli Ott e quindi offrire applicazioni di immediata utilità. Anche su questo fronte però cavalcano i valori della qualità garantita e della sicurezza.
Telecom Italia in particolare ha sviluppato una strategia che mette insieme entrambi i fronti. Fastweb sta tenendo il passo degli investimenti, scommettendo su nuovi datacenter. “Terzo attore nazionale è BT, che forte dell’esperienza fatta nel Regno Unito e nelle sue attività internazionali, ha intrapreso prima di altri la strada della convergenza con l’IT”, spiega Morandini. “Wind e Vodafone mantengono, per il momento, un approccio più selettivo, ma anche in questo caso è evidente la ricerca di nuove forme di valore aggiunto, a cominciare dalle nuove opportunità provenienti dalle business application”.

I filoni di sviluppo futuro sono due e riguardano tutte le telco europee, come rileva Forrester Research. Da una parte, il lancio di ulteriori servizi applicativi che affondano in modo ancora più evoluto e sofisticato nel business dei clienti. Dall’altra, lo sviluppo di una strategia aperta, in cui gli operatori si propongono (anche) come broker di servizi di terze parti. Proporranno sempre più spesso, insomma, servizi cloud propri e altrui, garantendo per tutti un certo livello di qualità. L’obiettivo è assicurarsi un ruolo in un futuro dove la semplice offerta di internet e telefonate non sarà sufficiente alla sostenibilità dei bilanci. Dovranno però continuare a guardarsi dagli Ott, che pure stanno potenziando la propria offerta business. Per vincere la sfida, le telco dovranno sfruttare a fondo tutte le proprie prerogative e anche “tornare a puntare su quello che era un loro punto di forza, cioè il buon controllo del territorio con una forza vendita capillare”, dice Rangone. È un elemento fondamentale soprattutto per la conquista delle pmi. “Il problema è che ora questa forza non ha ancora imparato davvero a vendere i servizi cloud. Le telco dovranno quindi investire di più in formazione e competenze esterne, per potenziare le capacità del canale IT”.

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