CLOUD COMPUTING

Amazon-Microsoft, la guerra delle nuvole

E’ scontro fra vicini di casa sui prezzi e sulle strategie del cloud. Il taglio delle tariffe partito con Google sta cambiando l’orientamento e l’assetto di un mercato sempre più competitivo. Gartner: “Amazon continua a dominare ma da sola non è più in grado di indirizzare l’evoluzione del settore”

Pubblicato il 21 Ago 2014

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È la guerra del cloud. Anzi, la guerra dei prezzi delle nuvole. Ed è una guerra tra vicini di casa, che vede opposti due colossi della tecnologia con quartier generale a poche miglia di distanza l’uno dall’altro: Amazon a Seattle e Microsoft a Redmond, sobborgo della città dove è nato anche Starbucks e dove la Boeing ha iniziato a costruire aeroplani 98 anni fa.

A Seattle lo scontro in corso riguarda le strategie oltre che il prezzo delle tecnologie. Il nuovo Ceo di Microsoft, Satya Nadella, ha creato Azure, il sistema cloud di Microsoft, prima di arrivare al vertice dell’azienda, e ha ben chiaro che il futuro di Microsoft si basa proprio sulla capacità di utilizzare quella piattaforma, oltre a quella del sistema operativo Windows, nel migliore dei modi. Per questo Nadella ha cominciato a prepararsi alla guerra delle nuvole da tempo, potenziando i servizi e la capacità e adesso abbassando i prezzi in maniera sensibile. E non è la prima a farlo.

Mentre Amazon soffre infatti un abbassamento dei valori finanziari rilevati con l’ultima trimestrale lo scorso 24 luglio, con conseguenza fluttuazione del titolo in Borsa e preoccupazione degli analisti sul futuro del colosso impegnato su molti fronti, Amazon ha fatto sapere tramite il suo Chief Financial Officer Tom Szkutak, che sta presentando prezzi sempre più bassi per i servizi cloud ai clienti business, con una forchetta di prezzi tagliati che oscilla tra il 28 e il 51%. Un taglio record, che però non è una iniziativa bensì una conseguenza. A partire da quello effettuato lo scorso aprile da Google, che ha scremato tra il 32 e l’85% il prezzo dei suoi servizi di cloud computing per la clientela, e a seguire anche Ibm ed HP – i due altri grandi attori di questa disfida – hanno portato avanzi operazioni simili.

Il cloud computing come lo conosciamo oggi, una categoria-ombrello del marketing più che una vera tecnologia, è stato coniato da Amazon nel 2006. È stato il colosso di Seattle infatti a vedere l’opportunità di sfruttare la grande capacità dei suoi centri di calcolo, muscolosi perché pensati per gestire i picchi di ordinativi dello store online durante le festività, per dare accesso ad altri privi di risorse informatiche in rete. Il “software as a service” è arrivato dopo, sia per le aziende che per i privati (ad esempio con Gmail di Google), ma all’inizio è stata l’idea dell’infrastruttura come servizio a dominare la strategia di mercato di Amazon. Che si è mossa a lungo e bene, solo che adesso è inseguita dalla Microsoft di Nadella, a sempre meno distanza, secondo quanto riporta Synergy Research. Una guerra dei prezzi per conquistare nuove fette di mercato e controllare la concorrenza che sta facendo male ai conti economici soprattutto di Amazon (ma anche di Microsoft) e che vede da parte del gigante digitale della logistica online comunque una forte abitudine all’ottimizzazione e a muoversi sul filo del rasoio di margini minimali, all’opposto dal lucroso mercato del software con grandi margini in cui è vissuta a lungo Microsoft.

Una guerra riassunta dagli analisti di Gartner, secondo i quali “la guerra con Microsoft e Google porta avversari seri sul mercato, finalmente. Amazon continua a dominare ma da sola non è più in grado di indirizzare l’evoluzione del mercato”.

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