IL CASO

Amazon nel mirino di Trump: “Indagherò su appalto cloud del Pentagono”

Sotto la lente il contratto Jedi da 10 miliardi di dollari da cui erano state escluse Ibm e Oracle. Il presidente Usa: “Ho raccolto le lamentele di molte aziende”

Pubblicato il 19 Lug 2019

Antonio Dini

trump

Dieci miliardi di fornitura cloud. Il nome del mega appalto da 10 miliardi di dollari è Jedi Contract, lo paga il Pentagono con il budget della Difesa americana (quindi i cittadini Usa) ma per Donald Trump potrebbe essere una inaspettata leva per forzare politicamente due colossi del tech che sfuggono al suo controllo e che anzi, a tratti sono piuttosto fastidiosi: Microsoft e soprattutto AWS, cioè Amazon di proprietà di quel Jeff Bezos, multimiliardario che con il “suo” Washington Post fa opposizione sistematica al presidente Usa.

Per questo quando ieri Trump ha detto che stava seriamente pensando di passare personalmente sotto al microscopio un contratto del Pentagono che secondo le informazioni disponibili dovrebbe valere fino a 10 miliardi per Microsoft o Amazon (siamo alla fase di scelta di uno di questi due fornitori tra tutti quelli che si sono presentati alla gara) la notizia non è passata in secondo piano come altre dichiarazioni roboanti di Trump che però poi raramente portano conseguenze concrete.

«Non mi sono mai occupato di un dossier con più proteste e lamentele di questo», ha detto Trump, aggiungendo che lo “esaminerà da vicino”: «Stiamo ricevendo moltissime grosse lamentele dalle altre aziende”, ha detto Trump in un incontro con la stampa alla Casa Bianca a margine di incontro con il primo ministro dei Paesi Bassi. «Alcune delle più grandi aziende al mondo – ha detto Trump – si stanno lamentando con noi». E ha fatto i nomi di Microsoft, Oracle e Ibm.

Da aprile, Microsoft e Amazon sono gli unici concorrenti rimasti per la chiusura del contratto dopo che Ibm e Oracle sono stati esclusi dal Dipartimento della Difesa. Il contratto, noto come Jedi, è visto come un accordo molto importante anche dal punto di vista dell’immagine (e quindi della capacità di sfruttarlo sul piano del marketing commerciale) per l’azienda che alla fine lo vincerà. Anche per questo Microsoft e Amazon stanno spingendo in maniera aggressivamente nei confronti del Governo Usa vincere: vogliono ipotecare una fetta del cloud pubblico ma soprattutto poter giocare questo biglietto da visita nelle future negoziazioni con i partner e i clienti.

Trump ieri non ha mai nominato direttamente il Ceo di Amazon, Jeff Bezos, ma il miliardario fondatore dell’azienda di Seattle è stato una costante fonte di frustrazione per il presidente. Bezos possiede il Washington Post, che Trump critica regolarmente a livello personale e per la sua amministrazione. Trump inoltre da tempo e ripetutamente attacca Amazon perché, come lui sostiene, non sta pagando la sua giusta quota di tasse e sta rovinando il servizio postale Usa.

Il contratto Joint Enterprise Defense Infrastructure, o Jedi, doveva essere assegnato in origine a settembre 2018. L’accordo di cloud computing adesso potrebbe essere annunciato già il mese prossimo. Il Pentagono non ha commentato riguardo alle dichiarazioni di Trump.

Amazon Web Services e Microsoft sono le uniche aziende che soddisfano i requisiti minimi per il contratto, aveva detto lo scorso aprile il portavoce del Dipartimento della Difesa. Il fatto di gestire già una parte del cloud della Cia nel territorio degli Stati Uniti è stato un grande vantaggio per Aws (Amazon).

La scorsa settimana Oracle si era vista respingere da un tribunale l’accusa secondo quale il contratto sarebbe stato viziato da conflitti di interesse delle aziende selezionate.

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