Berners-Lee: “Serve una Magna Charta per salvare il Web”

Snowden, Google, privacy, net neutrality. Sir Tim, il padre del web, vuole salvare la sua creatura che compie un quarto di secolo e appare in pericolo oggi come non mai

Pubblicato il 29 Set 2014

La libertà della rete è minacciata. Serve una carta dei diritti che tuteli il web e i suoi utenti. Tim Berners-Lee, il padre del World Wide Web, ha visto la sua creatura prendere quota per venticinque anni ed è convinto che sia uno dei più grandi strumenti a disposizione dell’umanità. Per questo non ci sta a vederlo sotto attacco, a rischio di essere compromesso, piegato e svillaneggiato dalla volontà delle grandi multinazionali e dei governi.

«Occorre una Magna Charta per la rete», dice lo scienziato che per la sua invenzione è stato insignito del Turing Award, l’equivalente del Nobel per l’informatica, e del titolo di baronetto nel Regno Unito. Lo scopo è quello di tutelare la libertà e la privacy degli utenti. Nell’era di Snowden e di Echelon, in effetti una richiesta più che plausibile. «Se una società può controllare l’accesso ad Internet degli utenti, se possono monitorare i siti che si visitano, allora ha un controllo enorme sulla vita di queste persone. L’abuso di potere di aziende e governi nel Web è diventato così facile», a detto Berners-Lee al quotidiano britannico Guardian.

L’uomo che ha creato il web come progetto per aiutare la distribuzione della conoscenza all’interno della rete di computer del Cern svizzero, oggi ha 59 anni e svolge il ruolo di direttore del World Wide Web Consortium, organismo che realizza le linee guida per lo sviluppo di Internet. Ma non basta. Oltre alle linee guida tecnologiche, oltre ai lavoro di standardizzazione ad esempio per creare un web semantico che permetta ricerche delle informazioni in rete molto più potenti ed accurate di quelle possibili oggi, è necessario anche qualcosa di più. «Serve qualcuno che dica che non si può essere spiati e che non sono possibili censure nel web», dice Berners-Lee. Il suo sogno adesso è realizzare una costituzione, una Magna Charta che garantisca i diritti delle persone in rete, mantenendo l’uguaglianza e la riservatezza dei pacchetti dati, qualcosa che la Net Neutrality, sotto l’assedio di consorzi di produttori di tecnologie e grandi aziende multinazionali, non è più in grado di garantire a lungo. Il padre del web riuscirà a salvare il suo figlio prediletto?

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