IL COMMENTO

Bsa: “Cloud, l’Europa ha fatto un passo importante”

Ma per l’associazione mondiale del software, le strategie nazionali devono essere compatibili a livello europeo. Boué: “I politici allineino le norme in materia di privacy e sicurezza”

Pubblicato il 28 Set 2012

Luciana Maci

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“Traguardo importante” e “primo passo positivo verso l’esplosione del cloud in Europa”, ma attenzione all’“effetto mosaico” causato da reti cloud incompatibili fra loro. Questa l’immediata reazione di Business Software Alliance (Bsa), che rappresenta le aziende di software commerciale e produttrici di hardware nel mondo, alla strategia della Commissione europea per il cloud computing contenuta nel documento diffuso ieri dal Commissario per l’Agenda digitale, Neelie Kroes, e anticipato due giorni prima dal Corriere delle Comunicazioni.

Per Bsa le linee-guida delineate nel testo, intitolato “Unleashing the potential of cloud computing in Europe” (Liberare il potenziale del cloud computing in Europa), rappresentano “un traguardo importante che spinge l’Europa verso un approccio più armonico ai servizi del cloud computing”. Tuttavia l’associazione tiene a lanciare alcuni avvertimenti. Innanzitutto, dice, i maggiori vantaggi della nuova tecnologia, che consente di gestire esternamente (online) applicazioni e attività, si vedranno “solo se verrà adottata su scala globale”. Di conseguenza mette in guardia i politici dal considerare un cloud europeo la scelta migliore.

L’altro punto su cui insiste è il rischio che le strategie di cloud computing restino nazionali e non riescano a parlarsi tra loro a livello europeo. “I politici – commenta Thomas Boué, director of government relations Emea di Bsa – devono allineare le norme in materia di privacy e sicurezza in modo che i dati possano transitare agevolmente attraverso i confini nazionali. Creare ostacoli alla libera circolazione dei dati al di fuori dell’Europa creerebbe inefficienze e potrebbe escludere le imprese europee dai mercati dei servizi cloud a più elevato tasso di crescita, in Asia e in altre aree del globo”.

L’Europa, in effetti, è in ritardo. Dai dati di una recente indagine Bsa emerge che meno di un quarto (il 24%) dei cittadini europei accede a servizi cloud, rispetto al 34% a livello globale, e la stragrande maggioranza degli utenti di pc europei non ha familiarità con il cloud computing, il 65% “non ne ha mai sentito parlare” o ha “solo sentito il nome”.

“Il successo della strategia cloud della Commissione Europea – conclude Boué – si basa sul coordinamento e la cooperazione tra diverse direzioni. Le normative in materia devono essere impostate in maniera lungimirante e in modo da non trovarsi in contrasto con gli sviluppi futuri attesi, dal momento che l’innovazione tecnologica sarà sempre un passo avanti rispetto ai tempi con cui la politica è in grado di regolamentarne lo scenario”.

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