SISTEMI OPERATIVI

Chromebook, Gartner: nel 2017 il mercato sarà triplicato

I laptop che “girano” sul cloud di Google promettono di diventare l’alternativa low cost al tablet. La spinta delle scuole americane (“più educativi dell’iPad”). Ma le aziende ancora non si fidano

Pubblicato il 12 Ago 2014

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I Chromebook stanno animando, eccome, il mercato internazionale dei computer. La popolarità dei portatili che adottano il sistema operativo Chrome di Google – sfruttando il cloud computing e brandendolo come arma principale nei confronti della concorrenza – sta infatti rappresentando sempre di più un’alternativa a basso costo ai tablet e ai notebook tradizionali.

“La medesima concorrenza nel mercato dei Chromebook si sta intensificando con l’arrivo di nuovi produttori, che insistono nel proporre una serie di nuovi, interessanti modelli”, spiega Isabelle Durand di Gartner. La società di ricerche ha reso noto un rapporto sulla crescita del mercato di Chromebook fino ad oggi e per il resto del 2014: le previsioni di vendita dei laptop con Chrome OS per l’anno in corso saranno di circa 5,2 milioni. Dunque si registrerà un incremento del 79% rispetto al 2013 nel corso del quale sono stati acquistati 2,9 milioni di Chromebook, l’82% dei quali è stato venduto nel Nord America.

Un’altra previsione importante è quella di Gartner relativa al lungo periodo, secondo cui entro il 2017 le vendite di Chromebook – un prodotto che, occorre ricordarlo, è stato immesso sul mercato nel 2011 da Samsung e Acer – arriveranno quasi a triplicarsi, raggiungendo i 14,4 milioni di unità. Certo, attualmente si tratta di un mercato di nicchia; ad oggi, infatti, sono gli istituti e le scuole – negli Stati Uniti è stata fatta una scelta imperativa, considerando i problemi di budget legati all’istruzione – i principali fruitori di questi portatili, mentre i laptop con Chrome OS non hanno ancora persuaso le aziende, la maggior parte delle quali mantiene forti difficoltà nell’adozione di un’architettura basata sul cloud.

A questo proposito, Durand spiega che “produrre un Chromebook non è soltanto un vantaggio in termini di hardware e di costi. Conta, soprattutto, dimostrare i benefici ottenuti dell’adozione di un’architettura cloud”. Tornando al binomio Chromebook-scuola, è opportuno citare una recente inchiesta – pubblicata dalla rivista statunitense The Atlantic – in merito all’utilizzo dei dispositivi digitali di nuova generazione nell’apprendimento. Nello specifico l’istituto di Hillsborough, nel New Jersey, ha avuto modo di testare sia iPad sia Chromebook, e la conclusione – come riporta una nota diffusa dalla scuola – è stata unanime: “I nostro studenti considerano l’iPad uno strumento prettamente ludico, mentre il Chromebook, forte anche di un hardware più convenzionale, ha ispirato in loro un senso di impegno e di lavoro. Con una conseguente, maggiore, applicazione”.

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