L'ALLARME

Cloud e big tech: l’autorità britannica delle Tlc si appella all’Antitrust

Nell’ambito dell’indagine sui servizi “public”, Ofcom mette in guardia sul dominio di Aws, Microsoft e Google che detengono il 70-80% del mercato. E chiama in causa l’Authority per la concorrenza per una disamina delle questioni legate alle possibilità di accesso dei competitor e dell’entità delle barriere: difficile per gli utenti cambiare provider

Pubblicato il 06 Apr 2023

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Il mercato dei fornitori del cloud in Uk potrebbe essere troppo concentrato nelle mani delle big tech, in particolare Amazon e Microsoft, e merita ulteriori approfondimenti da parte delle autorità che vigilano sulla concorrenza. È la conclusione a cui è giunto il regolatore britannico delle comunicazioni Ofcom che, a metà della sua indagine sui servizi cloud, ha proposto di “riferire” il mercato della fornitura di servizi di public cloud all’Autorità antitrust (Cma) per ulteriori indagini.

La procedura della market investigation reference serve a valutare se le caratteristiche di un certo mercato hanno un effetto avverso sulla concorrenza e, in caso positivo, quali possono essere le azioni correttive. In pratica, Ofcom ritiene che il problema eventuale risiede nella concorrenza di mercato e che un’eventuale inchiesta sui servizi cloud con possibile imposizione di rimedi ai big del mercato spetta all’autorità antitrust.

Ofcom spiega che il suo studio ha provvisoriamente identificato nei servizi cloud caratteristiche e pratiche che rendono difficile per i clienti britannici cambiare fornitore o utilizzarne diversi. “Siamo particolarmente preoccupati per le pratiche di Amazon e Microsoft a causa della loro posizione di mercato”, si legge nella nota ufficiale del regolatore. Il riferimento “consentirebbe alla Cma di esaminare ulteriormente la natura e l’entità delle barriere e di considerare se ci sono interventi che potrebbero migliorare il funzionamento del mercato per i clienti e, in definitiva, per i consumatori del Regno Unito”.

Il cloud dominato dagli hyperscaler 

“Il cloud computing è diventato fondamentale per molte aziende in tutta l’economia – comprese le società di telecomunicazioni, le emittenti televisive e la Pubblica amministrazione – e ha trasformato il modo in cui queste aziende forniscono servizi su cui tutti facciamo affidamento ogni giorno”, osserva Ofcom.

Partendo da queste considerazioni il regolatore ha avviato lo scorso ottobre uno studio, ai sensi dell’Enterprise act 2002, sui servizi di infrastruttura cloud nel Regno Unito. Ofcom ha esaminato il livello di concorrenza e studiato le caratteristiche attuali del mercato che potrebbero limitare l’innovazione e la crescita in questo settore rendendo difficile per altri fornitori di cloud entrare nel mercato o per le aziende più piccole espandersi.

L’indagine ha evidenziato, prosegue la nota di Ofcom, che attualmente ci sono due principali fornitori di servizi di infrastruttura cloud nel Regno Unito: Amazon web services (Aws) e Microsoft, che hanno una quota di mercato combinata del 60-70% (almeno il 30% ciascuna). Google è il loro concorrente più vicino con una quota del 5-10%. Sono i cosiddetti fornitori “hyperscaler” e la stragrande maggioranza dei clienti cloud utilizza i loro servizi in qualche forma.

Preoccupazioni sulle fee e l’interoperabilità

Benché questi grandi provider offrano vantaggi ai clienti sotto forma di prodotti innovativi e sconti, ci sono delle caratteristiche del mercato che Ofcom ritiene motivo di preoccupazione.

  • Egress fee. Sono i costi di uscita, ovvero quelli che i clienti pagano per trasferire i loro dati fuori dal cloud del provider e che gli hyperscaler fissano su quote significativamente più alte rispetto ad altri fornitori. Ciò può scoraggiare i clienti dall’utilizzare i servizi di più di un provider cloud o dal passare a un provider alternativo.
  • Restrizioni tecniche sull’interoperabilità. Queste limitazioni impediscono ad alcuni dei servizi dei provider di lavorare efficacemente con i servizi di altri fornitori. Ciò significa che i clienti devono impegnarsi ulteriormente nella riconfigurazione dei propri dati e applicazioni per funzionare su diversi cloud.
  • Committed spend discounts. Sono sconti che possono rappresentare un vantaggio per i clienti, ma il modo in cui sono strutturati può incentivare i clienti a utilizzare un singolo hyperscaler per tutte o la maggior parte delle loro esigenze di cloud, anche quando sono disponibili alternative di qualità migliore.

Secondo Ofcom queste caratteristiche di mercato possono rendere difficile per alcuni clienti negoziare un contratto veramente conveniente con il loro fornitore o usare più fornitori.

Ofcom chiama in causa l’autorità per la concorrenza

“Alti livelli di redditività per i leader di mercato Aws e una sostanziale crescita coerente dei profitti di Microsoft indicano che ci sono limiti al livello generale di concorrenza”, afferma Ofcom. “Siamo preoccupati che i vincoli sulla capacità dei clienti di utilizzare più di un fornitore possano rendere più difficile per i fornitori cloud più piccoli crescere e competere con i leader di mercato. I ricavi sono già concentrati e c’è il rischio che le caratteristiche che abbiamo identificato possano portare il mercato a concentrarsi ulteriormente verso i leader del mercato”.

Di qui la proposta chiamare in causa la Cma: “La nostra proposta riflette l’importanza del cloud computing per i consumatori e le imprese del Regno Unito, le preoccupazioni significative che abbiamo sul mercato delle infrastrutture cloud e la nostra opinione che la Cma è nella posizione migliore per intraprendere qualsiasi ulteriore indagine. Continueremo a impegnarci a stretto contatto con la Cma durante la seconda metà dello studio”.

Ofcom ha intanto aperto una consultazione pubblica sui risultati intermedi del suo studio di mercato e sulla proposta di fare un riferimento di indagine di mercato sulla fornitura di servizi di infrastruttura cloud nel Regno Unito alla Cma. La consultazione si chiuderà il 7 maggio 2023.

Ofcom pubblicherà una relazione finale che espone i suoi risultati e le sue raccomandazioni, compresa la decisione su un riferimento di indagine di mercato, entro il 5 ottobre 2023.

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