LA ROADMAP

Polo strategico nazionale, Iannetti: “Entro dicembre tutta l’infrastruttura dei servizi”

L’Ad della newco Tim-Leonardo-Cdp-Sogei delinea le tappe del progetto. Si punta ad almeno 280 amministrazioni migrate entro il terzo trimestre del 2026, a cui potrebbero aggiungersi le PA locali, per arrivare da qui a tre anni all’uso della nuvola da parte del 75% degli enti

Pubblicato il 06 Ott 2022

Domenico Aliperto

Entra nel vivo la fase operativa di realizzazione del Polo strategico nazionale, gestito dalla società di progetto omonima partecipata da Tim (45%), Leonardo (25%), Cdp (20%) e Sogei (10%), la cui funzione sarà quella di fornire infrastrutture digitali e servizi cloud alla pubblica amministrazione, per ammodernarne i processi informatici, come previsto dal Pnrr.

Il 75% delle amministrazioni in cloud entro il 2026

“Il Polo Strategico Nazionale, mettendo a fattor comune le expertise dei soci e le più avanzate tecnologie disponibili, è pronto a fornire soluzioni all’avanguardia alla Pubblica Amministrazione, che vive un processo di trasformazione digitale e che deve essere un motore di sviluppo in questa direzione per tutto il Paese”, ha dichiarato in una nota Emanuele Iannetti, amministratore delegato della newco. “La Pa deve garantire ai cittadini e alle imprese nuove opportunità di sviluppo e nuovi servizi e il Psn la accompagnerà nella migrazione verso un’infrastruttura che offrirà un’alta garanzia di sicurezza e tutela dei dati, ma anche una maggior efficienza tecnica e ambientale, grazie ai Data Center green a nostra disposizione. Siamo pronti a guidare questo processo tenendo sempre ben a mente tre concetti chiave: sicurezza, efficienza e indipendenza”.

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In un’intervista a Il Sole 24 ore, Iannetti ha fornito ulteriori dettagli, spiegando che il piano è quello di “mettere a punto, entro dicembre 2022, tutta l’infrastruttura dei servizi offerti dal Psn, da sottoporre poi al collaudo del dipartimento per la Trasformazione digitale della presidenza del Consiglio e da fornire alle Pa. I tre anni successivi saranno dedicati alle sottoscrizioni dei contratti con le stesse Pa. E la prima meta è avere almeno 280 amministrazioni migrate nel Psn entro il terzo trimestre del 2026, in linea con il target fissato dal Pnrr. Anche altre Pa locali, fuori dal conteggio delle 280, potrebbero migrare. In effetti, l’obiettivo del progetto, che si snoda insieme ad altre iniziative previste nel Pnrr, è di portare il 75% delle amministrazioni italiane ad utilizzare i servizi cloud entro il 2026“.

L’iniziativa prevede la realizzazione di un’architettura a doppia region distribuita su quattro Data Center, interconnessi fra di loro con connettività ultra broad in fibra ottica per assicurare la continuità operativa in tempo reale, in spazi certificati secondo i più elevati standard disponibili.

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Un progetto attivo da oltre due anni

Iannetti ha precisato che il tutto “in realtà è partito da più di due anni, perché il progetto è iniziato quando una compagine di società ha proposto un’idea progettuale che si è poi trasformata in una gara pubblica e ci ha visti chiudere il cerchio, in agosto, con la firma della convenzione che ci ha affidato una concessione di 13 anni per l’erogazione dei servizi. è stato fatto un grande lavoro tecnico di preparazione anche per raggiungere il prezzo complessivo finale di offerta”, con un’assegnazione arrivata a circa 2,8 miliardi di euro.

“Questo lavoro”, ha aggiunto Iannetti, “ci ha restituito un progetto solido, che fa leva su un’infrastruttura sicura, efficiente, indipendente e tecnicamente all’avanguardia. Inoltre è stata costruita una squadra robusta, in grado di controllare sia la componente di operation e di vendita sia la componente tecnica. Ospiteremo i dati e i servizi critici e strategici delle Pa centrali, delle Asl e delle altre Pa locali, lasciando inoltre alle amministrazioni la possibilità di scegliere il Psn anche per i dati ordinari”.

La priorità del Polo strategico nazionale è ora quella di lavorare “in armonia con la Pa”, ha chiosato Iannetti, “costruendo insieme un piano di fabbisogno e un progetto di migrazione, all’interno del quale si stabilirà quali applicazioni passeranno al cloud. è un lavoro che faremo noi per loro, ma il piano va certamente condiviso fin dall’inizio: firmeremo contratti con le Pa in base ai quali, negli anni, ci impegniamo ad aiutarle ad evolvere verso il cloud”.

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