SICUREZZA

Cloud, ok del Senato al decreto che potenzia i sistemi di comunicazione della Difesa

Il programma pluriennale mira al rafforzamento della capacità Multi Data Link per assicurare un elevato livello di interoperabilità in ambito interforze e multinazionale. Sul piatto 532 milioni

Pubblicato il 19 Gen 2022

F. Me

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Ok della commissione Difesa della Camera allo schema di decreto ministeriale “di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 22/2021, relativo alla capacità Multi Data Link (Mdlc) della Difesa nell’ambito del progetto Defence Information Infrastructure (DII) e della sua evoluzione in Defence Cloud”.

Il programma pluriennale mira al potenziamento della capacità Multi Data Link (Mdl) della Difesa per continuare ad assicurare un elevato livello di interoperabilità dello strumento in ambito interforze, multinazionale e inter-agenzia (Nato/Ue e di coalizione).

La capacità datalink si innesta nel nuovo più ampio alveo della Defence Cloud, la nuova infrastruttura ubiquitaria, permeante, sicura ed accessibile “che dovrà unire in un continuum informativo, di Comando e Controllo Multidominio e di dati operativi le forze schierate dalle varie componenti dello strumento a diretto vantaggio della loro efficienza collettiva e degli effetti generabili godendo di indiscussa superiorità nei sistemi di interconnessione di rete e di fruizione delle informazioni connotate dal maggior grado di qualità e aggiornamento”, si legge nel decreto.

In questo contesto i sistemi di comunicazione Tactical Data Link (Tdl) rappresentano un “enabler” imprescindibile, in quanto consentono lo scambio di informazioni tattiche e di ordini in modo sicuro, in tempo reale, in formato digitale, senza l’utilizzo di comunicazioni voce radio tra Sistemi di Comando e Controllo, piattaforme e sistemi d’arma.

In ambito Nato sono stati sviluppati diversi sistemi Tdl e protocolli, implementati in ambito Difesa. La necessità di rendere questi sistemi interoperabili ha stimolato lo sviluppo di un’architettura Communication and Information System (Cis) basata sulla possibilità di gestire contemporaneamente anche più sistemi Tactical Data Link (Multi-Tdi o Mdl). A riguardo, il Multi-Data Link Processor (Mdlp) rappresenta il Sistema multi-link attraverso cui condividere e “tradurre” comunicazioni tra più link tattici, integrando linguaggi diversi in un unico linguaggio comune per la compilazione della Joint Operational Picture (Jop) integrata con i dati tattici di tutte le Unità cooperanti nella scena d’azione.

Il programma, che si concluderà nel 2035 e costerà 532 milioni, permetterà all’industria nazionale di mantenersi all’avanguardia nel delicato
settore dei sistemi di comunicazione e di scambio dati tattici, settore che già la vede protagonista a livello internazionale, con indubbie positive ricadute anche in termini occupazionali. Il potenziamento ed aggiornamento della capacità Mdl consentirà alla Difesa e, in prospettiva, al Paese, di mantenere un livello tecnologico adeguato allo stato di evoluzione dei sistemi di comunicazione militari. Tutti i futuri assetti terrestri, navali e aerei delle Forza Armate, sia in via di acquisizione che legacy, pertanto, dovranno necessariamente  mantenere tale livello tecnologico, con quello che ne consegue in termini di prospettive e margini di crescita.

La difesa degli impianti eneregetici

La difesa digitale e la sicurezza cyber degli impianti sono temi fondamentali: il primo passo è mappare le infrastrutture critiche, dalle centrali energetiche ai sistemi sanitari e finanziari, fino alla pubblica amministrazione e ai trasporti. Lo ha detto il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nel seguito della sua audizione sui prezzi dell’energia. “Poi occorrerà creare dei team dedicati che affrontino minacce diverse, e il Paese si sta muovendo in maniera molto decisa su questo fronte: il problema è che mancano molti profili, e formare il capitale umano sara’ assolutamente cruciale”, ha spiegato.

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Secondo un sondaggio di Allianz Risk Barometer, per le aziende oggi i rischi informatici superano il Covid-19 e insieme all’Interruzione di attività e alle catastrofi naturali si collocano ai primi posti dei rischi percepiti dalle aziende a livello globale. I rischi informatici si posizionano dunque in cima al ranking solo per la seconda volta nella storia del sondaggio (44% delle risposte), l’interruzione di attività scende di poco al secondo posto (42%) e le catastrofi naturali sono al terzo posto (25%), dal sesto del 2021. Il Cambiamento climatico sale al sesto posto dal nono, cioè nella posizione più alta mai raggiunta (17%), mentre la Pandemia scende al quarto (22%).

Il sondaggio raccoglie le opinioni di 2.650 esperti provenienti da 89 Paesi, tra cui ceo risk manager, broker ed esperti assicurativi.

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