L'INTERVISTA

Digital transformation, Vannuzzi (Noovle): “Nella rete la strategia vincente”

L’Italia ha bisogno di un piano “strategico e strutturato”, dice il Ceo dell’azienda di consulenza strategica e integrazione di tecnologie Ict: Industria 4.0 fa da apripista. Il cloud non è un punto di arrivo, ma un abilitatore di servizi e modelli di business: il vero valore per le aziende italiane è nella gestione dei dati

Pubblicato il 31 Ott 2017

Patrizia Licata

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Passare dal pensare al fare, questo il salto che l’Italia deve compiere per entrare a pieno titolo nell’era del digitale. Ai margini dell’evento Strategie per la Crescita Digitale del Sistema Paese, promosso da Noovle e realizzato con la collaborazione di CorCom e ForumPA, Paolo Vannuzzi, Co-founder e Ceo della società Ict di consulenza strategica Noovle, ha ricordato che questa seconda edizione dell’appuntamento con gli stakeholder del digitale italiano raccoglie i frutti di un anno di lavoro in cui “abbiamo ascoltato le esigenze dei diversi attori, mappato le necessità e analizzato modelli e stato dell’arte per capire come compiere un ulteriore passo in avanti verso l’attuazione dei progetti che possono far crescere l’Italia”.

Industria 4.0, Sanità digitale e Smart city sono i tre settori che fanno da apripista e da traino per la trasformazione digitale: “La maturazione tecnologica, ma soprattutto la consapevolezza della necessità del cambiamento e dell’adeguamento normativo sono molto alti in questi settori: gli interlocutori della manifattura, della sanità e delle amministrazioni cittadine mostrano un livello di interesse elevato verso la digitalizzazione e i suoi strumenti”, sottolinea Vannuzzi. “Il piano Industria 4.0 è particolarmente strategico per l’Italia perché abbraccia imprese grandi e piccole, entrando nei vari distretti produttivi e rendendo più competitiva l’intera filiera”.

Questo non vuol dire che gli altri settori non stiano cogliendo le opportunità del digitale, del cloud e di tutte le tecnologie a forte impatto innovativo; aspetto ancor più rilevante, osserva Vannuzzi, è la realizzazione che l’Italia non può fare trasformazione digitale senza un piano “strategico e strutturato” che coinvolga tutti: politica, PA, imprese, cittadini. Per questo Noovle insiste sul concetto di “Rete”, ovvero sul dialogo e l’alleanza tra più attori e l’integrazione di più tecnologie.

“Le partnership pubblico-private sono un importante stimolo per il settore pubblico per accelerare la trasformazione”, ribadisce Vannuzzi. “Sono tanti i passi in avanti compiuti dalle PA grazie all’Agenda digitale, che ha diffuso la consapevolezza della necessità di un’innovazione strutturale, ma restano ritardi nel processo attuativo e nella rifocalizzazione delle competenze e della cultura interna. il cambio di passo nella mentalità è fondamentale nel cammino verso la trasformazione digitale e deve coinvolgere sia il personale, chiamato a pensare e lavorare in modo nuovo, sia il management, che deve fondere meglio competenze It e business, tradizionalmente separate ma che ora devono procedere in tandem”.

Fare Rete per Noovle vuol dire anche mettere insieme soluzioni e piattaforme selezionate tra le più efficaci. Google partner dal 2005 e specializzata nelle soluzioni cloud e nell’integrazione di tecnologie Ict a forte impatto innovativo, Noovle ritiene che nel mondo globalizzato sia naturale combinare tecnologie di vendor diversi: “Non dobbiamo temere la perdita di vantaggio competitivo se usiamo strumenti che arrivano dall’estero, perché il vero valore di una soluzione non è la piattaforma in sé ma il controllo dei dati”, sottolinea Vannuzzi. “E il cloud non è un punto di arrivo ma un abilitatore di servizi, un modo di personalizzare la propria offerta, sia che si tratti di un’azienda privata o di un ente pubblico”.

E’ in questi elementi di personalizzazione e costruzione dell’offerta e dei servizi che “l’ingegneria informatica italiana ha il modo di esprimere le proprie competenze”, conclude il Ceo di Noovle, “mentre le opportunità aperte dalla gestione dei dati sono il vero valore aggiunto perché permettono di sviluppare modelli di business innovativi e di accrescere la competitività di governi e industria”.

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