SFIDE INNOVATIVE

Ericsson: verso la “networked society”. E apre a Roma il primo Cloud Lab

Il laboratorio consentirà di testare la “nuvola” a operatori di tutto il mondo. Avviato anche un roadshow nell’area mediterranea: nel 2020 il 90% della popolazione mondiale avrà un telefono cellulare e saranno 50 miliardi gli oggetti connessi

Pubblicato il 26 Mag 2015

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Ericsson punta sull’innovazione e apre a Roma il primo Cloud Lab. Il laboratorio, rivolto non solo ai clienti della regione mediterranea, ma anche di altri Paesi del mondo, è stato presentato ufficialmente nell’ambito della prima tappa del roadshow internazionale “Let’s turn Change into Growth” che si svilupperà lungo il Mediterraneo, per presentare tutte le innovazioni e i benefici della società connessa.

Il Cloud Lab, situato nel campus Ericsson di Roma, è un ambiente software e hardware aperto e multi-vendor per sperimentare tecnologie Nfv (tecnologie di virtualizzazione delle funzioni di rete) e Sdn (Software-defined networking), senza bisogno di eccessivi investimenti, anche grazie al supporto di 26mila dipendenti in tutto il mondo nell’area ricerca e sviluppo, di cui 4mila solo in Italia.

“Il cloud sarà la più grande svolta per il business delle telecomunicazioni negli anni a venire e questo nuovo laboratorio è un esempio della passione che Ericsson mette nel promuovere l’innovazione in Italia. Il nostro maggiore investimento – ha detto Nunzio Mirtillo (nella foto), Amministratore delegato di Ericsson in Italia e Presidente della Regione Mediterranea – è nelle risorse umane e nelle competenze del personale”.

Quello che il nuovo Lab mette a disposizione è un ambiento di test per il cloud accessibile ai clienti, startup e aziende. “Al centro della nostra offerta – ha detto Antonio Autolitano, a capo del Cloud Lab – è chiaramente il cloud, ma in versione open, aperto a tutti, disponibile per i nostri clienti che saranno messi in grado di coprogettare in una piattaforma in cui tutti possono sviluppare, sul modello di Facebook”.

Il laboratorio, ufficialmente avviato oggi, è già in funzione e sta già lavorando su alcuni progetti. Attraverso la combinazione degli approcci di network-enabled cloud, service provider Sdn, e network functions virtualization (Nfv), gli operatori possono semplificare le loro reti, rimuovere le complessità riguardanti la topologia e quindi accelerare il processo di creazione ed erogazione di nuovi servizi, che può coinvolgere altri partner e sviluppatori di applicazioni quando richiesto. Sebbene il cloud lab sia situato nel campus Ericsson, gli operatori possono accedervi virtualmente praticamente da ogni parte del mondo, consentendo di sperimentare come l’infrastruttura cloud dovrebbe essere disegnata e integrata negli ambienti esistenti.

Il roadshow di Ericsson è rivolto alle istituzioni, università, operatori e clienti e avrà un seguito negli altri paesi della regione mediterranea. Durante l’incontro, è stato possibile conoscere come le reti si stanno trasformando in importanti asset per la crescita, evolvendo in reti intelligenti e programmabili attraverso il cloud e la virtualizzazione, come la convergenza tra reti e IT permetterà agli operatori di digitalizzarsi e assumere nuovi ruoli negli ecosistemi economici e tecnologici globali attraverso ambienti cloud agili e sicuri; come i marchi leader del settore media, dai proprietari di contenuti ai fornitori di servizi, faranno crescere il loro business sfruttando l’intelligenza delle reti IP e il potere della mobilità e come la tecnologia e l’esperienza globale di Ericsson stia guidando anche le altre industrie verso la trasformazione e verso modelli di business più agili e innovativi.

Sono stati illustrati anche alcuni dati del Mobility Report di Ericsson dello scorso febbraio, un aggiornamento completo sui trend mobili che si basa sui big data provenienti dalle reti di tutto il mondo, rivela che la proliferazione della tecnologia mobile continua ad un ritmo incessante: si prevede che il 90 per cento della popolazione mondiale, oltre i 6 anni di età, avrà un telefono cellulare entro il 2020. Sempre entro il 2020, si stima che saranno 6,1 miliardi le sottoscrizioni legate ad uno smartphone mentre il traffico dati in mobilità generato da video aumenterà di 10 volte e costituirà il 55% di tutto il traffico dati. Non solo le persone sono sempre più connesse ma lo sono anche gli oggetti, grazie all’esplosione dell’Internet of Things. Ericsson prevede infatti che nel 2020 saranno 50 miliardi gli oggetti connessi in rete. È quella che Ericsson chiama Networked Society, dove tutto ciò che potrà beneficiare di una connessione sarà connesso, generando benefici per la società, le imprese e l’ambiente e consentendo alle persone di realizzare il loro potenziale e di creare un futuro più sostenibile.

Secondo Ericsson, l’evoluzione verso la Networked Society sta trainando l’innovazione in tutti i settori. Le industrie infatti stanno comprendendo la necessità di adottare le tecnologie più avanzate e nuovi modelli di business per continuare a essere competitive, in un mondo sempre più connesso. L’Ict sta creando una profonda trasformazione, cambiando il tessuto stesso della società. Siamo ad un punto di svolta in cui la prossima ondata di innovazioni, guidata dalla combinazione di banda larga, accesso alla rete in mobilità e cloud, sarà il catalizzatore di tutti i nuovi modelli economici e di servizio. Tutto ciò coinvolge gli operatori, i broadcaster, le industrie e la società.

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