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Cloud atto secondo: inizia l’era della “multi-nuvola”

Ad Agility Emea 2017 F5 Networks ha presentato soluzioni in grado di sostenere le imprese nella migrazione sulla “nuvola” (anche quella di Google). Il country manager per l’Italia Maurizio Desiderio: “Il nostro Paese ha un passo più lento rispetto all’estero, ma le nostre aziende stanno diventando lungimiranti”

Pubblicato il 25 Mag 2017

Domenico Aliperto

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Si fa presto a dire cloud. Quando si parla di IT e specialmente di application management, cloud è ormai più di una parola d’ordine: è un vero e proprio imperativo. Del resto, secondo la ricerca “State of Application Delivery Report” condotta da F5 Networks su 2.200 clienti l’86% delle imprese è impegnata nella transizione verso le architetture multi-cloud, e il 20% afferma che quest’anno oltre la metà delle proprie applicazioni sarà gestita attraverso la Nuvola, a cavallo di strutture pubbliche e private.

E proprio per questo all’atto pratico la transizione è tutt’altro che immediata: le imprese – specialmente quelle italiane – che stanno decidendo di muovere i primi passi verso la logica di approvvigionamento di risorse computazionali e di storage e da provider esterni soprattutto in ambienti condivisi sanno bene che alla semplicità del termine e del modello distributivo corrisponde un’enorme complessità sui piani della gestione dei carichi di lavoro, dell’ottimizzazione delle performance passando da struttura a struttura e, non ultimo, della sicurezza.

“Rispetto al Public cloud, il tasso di adozione registrato in Italia non tiene il passo di quello che contraddistingue altri mercati, ma il percorso è ormai tracciato. E anche se i prossimi anni saranno ancora all’insegna dell’eterogeneità, ovvero di ambienti ibridi costruiti a partire dall’on premise e dal private, sappiamo tutti che la transizione al Public cloud è inevitabile”, spiega Maurizio Desiderio, Country Manager di F5 Networks per Italia e Malta. CorCom ha incontrato Desiderio a Barcellona, in occasione di Agility EMEA 2017, l’evento che il gruppo organizza ogni anno per aggiornare partner, clienti, analisti e stampa dei mercati europei e africani sulle novità dell’offerta dedicata alle soluzioni application delivery controller. Un’occasione utile anche per presentare al pubblico il nuovo Ceo e presidente della società che ha sede a Seattle, Francois Locoh-Donou (nella foto). “Il nostro obiettivo? Dare ai clienti la libertà di rilasciare le applicazioni dove, quando e come vogliono, purché sia in totale sicurezza. E le nuove soluzioni condivise oggi rappresentano l’esecuzione della nostra visione”. Un messaggio rilanciato anche da Sangeeta Anand, Senior Vice President of Product Management and Product Marketing, che ha presentato le ultime release.

Le novità annunciate ad Agility 2017

Sono quattro le aree coperte dalle soluzioni introdotte da F5 Networks e già disponibili presso i distributori del vendor: Public e Private cloud, interconnessione tra i cloud e ambienti Container. Innanzitutto F5 BIG-IP Virtual Edition è ora disponibile sulla piattaforma Google Cloud. F5 offre ai clienti molte scelte per le piattaforme cloud con le nuove offerte bring-your-own license per istanze da 25Mbps fino a 5Gbps. Con l’integrazione di Google Cloud, in aggiunta ad AWS e Azure, i servizi F5 possono adesso essere utilizzati nelle più importanti piattaforme pubbliche. Le soluzioni integrate del marketplace offrono servizi F5 facilmente accessibili e pacchettizzati come, per esempio, gli accessi federati WAF e Office 365 che sono implementabili direttamente dai marketplace del cloud pubblico di Azure.

Il package di Private cloud consente alle organizzazioni di crescere ed essere sempre più rapide con soluzioni pre-testate, certificate e in bundle che semplificano e automatizzano le implementazioni OpenStack del cloud privato, permettendo alle imprese di passare alla Nuvola più velocemente e con più sicurezza. In aggiunta a ciò, Application Service Proxy offre ai clienti flessibilità nello sviluppo, nel testing, e nella scalabilità delle applicazioni negli ambienti container. Come suggerisce il nome, Container Connector (già in catalogo su GitHub e DockerHub) facilita poi il rilascio dei servizi applicativi per gli ambienti container e l’integrazione delle funzionalità nei sistemi di management/orchestration, compresi Kubernetes e Mesos/Marathon. Application Connector, infine, offre la possibilità di inserire servizi applicativi a partire dal cloud pubblico individuando automaticamente i workload cloud-hosted su AWS e connettendo in modo sicuro qualsiasi cloud provider all’interconnessione del cliente o al data center.

Un mercato che comincia a maturare

“Nei prossimi cinque anni le applicazioni si sposteranno sempre di più nel cloud, che dovrà essere gestito dalle imprese in ottica multitenancy”, dice Ryan Kearny, Executive Vice President of Product Development and Chief Technology Officer di F5 Networks, confermando che comunque è e continuerà a essere una passaggio graduale. “I clienti stanno comprendendo ora la visione dell’architettura cloud, migrando da un approccio monolitico, fondato sulla gestione del data center in house, al Private prima e al Public cloud poi. Alcuni ambienti sono molto attraenti per ottimizzare le performance di certe applicazioni, ma bisogna migliorarne l’usabilità e la sicurezza. Qui comincia il nostro lavoro”.

Un lavoro perfezionato attraverso l’apporto dei system integrator, punto di contatto tra F5 Networks e le aziende. Maurizio Desiderio precisa che il valore della piattaforma offerta dal gruppo sta nella possibilità per i partner di aggiungere funzionalità e customizzare la soluzione per soddisfare le specifiche esigenze dei clienti. “Potremmo dire che noi forniamo l’80% della soluzione, che essendo ultra specializzate, è standard. Mentre l’ultimo miglio, gestito dai system integrator, rappresenta la parte più complessa dell’intero progetto di implementazione, ed è soprattutto lì che l’intero ecosistema – noi, i partner, le aziende clienti – riesce a trarre valore e fare la differenza rispetto ad altre proposizioni”.

I numeri danno ragione a Desiderio, visto che l’anno scorso F5 Networks in termini di fatturato è cresciuta, in Italia, del 50%, e per il 2017 dovrebbe registrare un ulteriore aumento del 30%. “Sarà poi difficile mantenere questi ritmi di crescita”, ammette il country manager, che comunque è ottimista per il futuro, specialmente perché il cloud, oltre contenimento dei costi operazionali, è anche sinonimo di maggiore sicurezza. “Il mercato sta maturando, anche a seguito dei continui attacchi informatici. Ormai è chiaro a tutti che nessuno è esente dal rischio, e se in Italia si è sempre assistito a un approccio alla cyber security di tipo reattivo, con decisioni prese all’indomani di qualche disavventura, oggi esistono aziende lungimiranti, consapevoli che il passaggio al cloud è inevitabile”.

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