L'INTERVENTO

Gazal, OvhCloud: “L’Italia sta prendendo il controllo della sovranità dei dati”

In un incontro con la stampa italiana il VP Southern Europe and Brazil interviene sulla strategia del ministro Colao: “Il piano sul cloud nazionale perfettamente in linea con Gaia-x”. L’azienda si candida a guidare la sfida dell’indipendenza tecnologica: è l’unica dai natali europei in grado di competere ad armi pari con i colossi americani e asiatici

Pubblicato il 17 Nov 2021

John Gazal OVHcloud

L’Italia sta prendendo il controllo nella sovranità dei dati. Il piano di cloud nazionale presentato dal ministro Vittorio Colao è pienamente allineato con la strategia europea Gaia-X e dimostra il ruolo sempre più forte del Paese insieme con Francia e Germania”: in un incontro a Roma con la stampa italiana John Gazal, VP Southern Europe and Brazil di OvhCloud ha acceso i riflettori sul tema della sovranità dei dati e sulla questione dell’agognata “indipendenza” europea nella partita del cloud. Una partita complessa ma che OvhCloud intende giocare con un ruolo da protagonista principale: in questo momento è l’unica azienda dai natali europei in grado di competere ad armi pari con i colossi americani e asiatici e per questo potrebbe rappresentare il deus ex machina. E grazie a una recente raccolta di capitali per 350 milioni di euro e a un valore di mercato di quasi 4 miliardi di euro, l’azienda entra in una nuova fase di espansione.

Secondo OvhCloud è necessario però un cambio di passo importante sul fronte regolatorio se davvero l’Europa vorrà giocarsela con le economie più avanzate. Se è vero che è sulla governance dei dati e non sul “dna” tecnologico che la strategia Gaia-x ha posto le basi dell’impalcatura continentale – non ci sono preclusioni nei confronti di soggetti extra Ue purché si rispettino le regole – è anche vero che ci si muove ancora sul terreno dell’ambiguità su alcuni fronti. “C’è incertezza regolatoria nella questione del Privacy Shields che riguarda il trasferimento dei dati Usa-Ue. E se non se ne viene a capo in tempi rapidi sarà impossibile una governance dei dati davvero efficace”, ha evidenziato Gazal. Senza regole chiare e definite sul trasferimento dati si rischia infatti di incappare in un ginepraio regolatorio: le aziende americane rispondono sì alle norme europee quando operano in Europa – si pensi al Gdpr – ma rispondono altresì alle regole d’Oltreoceano. Che in soldoni vale a dire: non basta avere il data center localizzato in Europa se poi il quadro regolatorio nell’interscambio è fumoso e apre a interpretazioni “soggettive”. “Senza un principio di reciprocità messo nero su bianco è impossibile qualsiasi garanzia di reciprocità”, spiega Gazal.

Secondo il manager poi la questione tecnologica ha un peso specifico tutt’altro che irrilevante ed è sull’open source e sul wholesale che fa leva la strategia dell’azienda: “Se vogliamo un cloud europeo allora bisogna spingere l’ecosistema europeo e quindi dare accesso alle risorse a un numero sempre più elevato di aziende che vogliono sviluppare soluzioni innovative. E bisogna lavorare sulle alleanze e sulle partnership”.

Se da un lato OvhCloud spinge sul Paas open source dall’altro accelera sull’accesso ai propri data center (33 quelli proprietari ad oggi), quelli che l’azienda si costruisce in casa negli stabilimenti in Francia e Canada: “Abbiamo lanciato un’offerta wholesale che consente alle aziende di disporre, chiavi in mano, di tutte le infrastrutture di base” spiega il manager. Alla stregua, insomma di quanto avviene con le infrastrutture di rete da parte delle telco. E proprio le telco potrebbero essere i soggetti destinatari dell’offerta: “Gli operatori sono sempre più coinvolti nella partita cloud e hanno sempre più bisogno di data center”, sottolinea Gazal. Ma in ballo ci sono anche le medie e grandi imprese e le corporation – “in Italia è questo il nostro primo target”. E si lavora anche alla questione dei costi: “La price performance è determinante per le aziende, ancor di più in un Paese come l’Italia in cui la maggior parte delle imprese è costituito da pmi per le quali il costo è una variabile dirimente”, spiega ancora Gazal evidenziando che l’offerta di OvhCloud è stata modulata per consentire di pianificare e controllare i costi a monte.

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