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Industria 4.0, asse Cisco-Fanuc: svolta hi-tech contro i downtime produttivi

Il sistema sviluppato dal tandem Usa-Giappone combina IoT, big data, cloud e machine learning per ridurre i tempi di risposta ai blackout dei macchinari. Alert su smartphone, monitoraggio real-time e data center in nome di una manutenzione predittiva che generi risparmi energetici e allunghi la vita dei robot in fabbrica

Pubblicato il 10 Gen 2017

Andrea Frollà

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Quando il fermo di un macchinario industriale arriva a costare fino a 20mila dollari al minuto, evitare i downtime diventa la parola d’ordine. Ne sa qualcosa la giapponese Fanuc, multinazionale specializzata nell’automazione delle fabbriche e nella produzione di robot e macchinari industriali, che con i suoi 252 uffici sparsi in 46 nazioni fornisce anche servizi di manutenzione capillare ai propri clienti nei 5 continenti. Il riferimento è ai problemi affrontati negli ultimi mesi da Fanuc America, sussidiaria negli Usa dell’azienda con sede alle falde del monte Fuji, che hanno spinto la società a sposare il paradigma dell’industria 4.0.

Fino a poco tempo fa, una volta che i suoi robot lasciavano l’impianto di Rochester Hills, dove ha sede la controllata a stelle e strisce, la società non aveva nessun modo di avere notizie sulla loro operatività, fino al momento in cui non si manifestava un problema. Una grana rilevante, soprattutto perché un downtime non pianificato di questi costosissimi macchinari a elevata automazione costa in media ai clienti di Fanuc fino a 2 milioni. La problematica principale risiede nel fatto che i fermi tecnici non preventivati possono essere piuttosto lunghi e dilatare a dismisura i costi associati e i tempi necessari per reperire i pezzi di ricambio, programmare gli interventi del personale e riprogrammare sistemi e robot. Ecco perché prevenire le interruzioni operative è un’esigenza molto sentita in azienda ed è da questa urgenza che è nato l’interesse del ceo di Fanuc America, Rick Schneider, per un possibile cambio di strategia di go-to-market con l’aiuto dell’Internet of Things.

La società ha trovato in Cisco un alleato importante per esplorare l’applicazione di tecnologie integrate nei prodotti, che consentissero di seguire l’operatività una volta in azione presso il cliente. Grazie al supporto della compagnia californiana, e in particolare tramite il collegamento nel cloud di Cisco dei macchinari venduti grazie alla Cisco Intercloud Fabric, Fanuc America si è dotata di un sistema di monitoraggio da remoto del parco robot. Accompagnando a questa novità sistemi di machine learning e big data analytics, la società può così ora collezionare i dati da ciascun robot dell’impianto di Rochester Hills e inviarli al data center Fanuc presente nella stessa cittadina. Qui entrano in gioco potenti algoritmi di calcolo ed elaborazione, applicati ai dati per comparare e migliorare le performance dei macchinari. Un insieme di sensoristica, cloud, machine learning e intelligenza artificiale che permette non solo di estendere il ciclo di vita dei robot, ma anche di ridurne il consumo energetico che, per gli impianti industriali, rappresenta una voce di costo particolarmente rilevante nel bilancio aziendale.

Il funzionamento del sistema, denominato Field (Fanuc Intelligent Edge Link and Drive), è piuttosto lineare: le eccezioni e le anomalie degli impianti generano degli alert automatici indirizzati sia al personale di Fanuc sia al cliente, così da coordinare gli interventi manutentivi. Ad esempio, nel caso in cui il sistema venga rilevato un maggior sforzo su un certo robot gli operatori della manutenzione della società giapponese sono avvertiti da un messaggio sul proprio smartphone, mentre in contemporanea i server nel data center della società analizzano il warning e, utilizzando la casistica precedente e nuove tecniche di analisi predittiva, identificano il problema ordinano in automatico le parti e contattano la business unit Motion Controls Robotics, così che si possa inviare direttamente presso la sede del cliente anche una squadra di manutentori. Naturalmente per cavalcare questo tipo di trasformazione necessita delle competenze adeguate e anche su questo tema Fanucsi sta impegnando, come sta facendo anche Cisco a livello globale e in Italia con il piano Digitaliani.


Al momento, l’intero sistema è applicabile a tutti i robot, periferiche e sensori Internet of Things utilizzati nei sistemi di automazione Fanuc dei soli clienti statunitensi, ma in futuro l’idea è di estendere la portata del progetto su scala globale. I benefici potenziali che Fanuc dovrebbe ottenere nel corso di questi mesi sono stati stimati da Cisco, sulla base dei risultati di una recente survey condotta da Scm World su un campione di 400 executive di linee di business appartenenti ad aziende manifatturiere globali, in downtime e difetti ridotti rispettivamente del 48 e 49% nonché in un aumento del 16% dell’efficienza complessiva degli impianti.

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