AZIENDE

KpnQwest scommette sul cloud elastico di HP

Potenziamento del datacenter di Milano Caldera, maggiore interconnessione con il Mix italiano e uno sguardo al futuro con OpenStack di HP

Pubblicato il 28 Apr 2015

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Il cloud elastico di HP sbarca da KPNQwest Italia. L’azienda, nata nel 1985 come COMM2000, ha aggiornato i sistemi interni che fornivano già servizi cloud, ha deciso di utilizzare l’architettura blade di HP per il datacenter di Milano Caldera.

«Abbiamo scelto – dice Marco Fiorentino, ad di KPNQwest Italia – di ubicare tutti e quattro i nostri data center nel punto strategico, a Milano Caldera che il fiber hub italiano e dove è presente il MIX, con switch posizionati anche all’interno dei nostri data center. Questo ci permette di implementare la nostra infrastruttura IT per erogare i servizi cloud su data center completamente separati a livello elettrico e di rete ma sufficientemente vicini per poter realizzare il syncronous write sugli apparti di storage. In soldoni, vuol dire che se un data center subisce un danno, noi riusciamo a spostare in tempo reale l’operatività dei clienti su un altro. In questo modo, oltre che dotando ciascun centro di un sistema di alimentazione e di connessione al MIX indipendente, abbiamo un tasso di resilienza altissimo, simile a quello di data center tear 4».

In questo contesto KPNQwest, che in trenta anni è cresciuta fino ad arrivare a 12mila aziende servite (soprattutto nei settori delle Tlc, hosters, Web services, logistica, Gdo e viaggi), ha seguito uno sviluppo della sua offerta e delle sue necessità tecnologiche: «Dal 1985 – dice Fiorentino– abbiamo percorso tutte le tappe legate alla trasformazione dell’Ict, tappe che ci hanno portato all’attuale portafoglio di offerta, che integra servizi di connettività servizi basati sui nostri quattro data center, tra cui cloud, Iaas, hosting e PEC».

Dopo l’installazione dei server blade HP, KPNQwest sta lanciando una nuova generazione di servizi Iaas basati sull’ultima versione di VMware. «È molto probabile – dice Fiorentino – che lanceremo servizi basati anche su altri ambienti di virtualizzazione, come OpenStack nella versione di HP. Un altro progetto che porteremo avanti è spostare una parte del carico di risorse IT che gestiamo per conto dei nostri clienti sulla nuova infrastruttura. Molti di loro ci affidano infatti le loro macchine, ma iniziano anche a chiederci di passare una parte del carico di lavoro in ottica Iaas. La partnership con HP non potrà quindi che rafforzarsi: oggi abbiamo circa 5mila server fisici nei nostri data center, e il numero di macchine virtuali sta crescendo in modo esponenziale, così come la domanda da parte del mercato. Non è un caso, perché la soddisfazione dei nostri clienti è molto più alta rispetto alla media del settore».

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