INVESTIMENTI

Mella (Fastweb): “Con l’Fttc faremo l’Italia ultrabroadband”

“G.Fast, Vectoring e Vdsl le tecnologie che permetteranno di potenziare le connessioni fino a 500 Mbps”, annuncia il chief technology officer. La fiber company pronta a mettere sul tavolo 100 milioni da investire nelle infrastrutture. E già entro il prossimo anno si punta alla copertura del 30% delle famiglie italiane

Pubblicato il 02 Mar 2015

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Ciò che nel 2014 era un’ipotesi, oggi è il piano d’azione di Fastweb dal 2016 in poi: lo sviluppo dell’ultrabroadband italiano passa attraverso l’adozione di tecnologie – G.Fast, Vectoring e Vdsl enhanced, già testate con successo sul campo – che possono spingere a velocità impensabili fino a poco tempo fa le connessioni Fttc. Ed è così che dopo la copertura – entro il 2016 – del 30% delle famiglie, per l’espansione futura dell’infrastruttura, il Fiber to the cabinet sarà implementato con un investimento da 100 milioni e verrà preferito al più dispendioso Ftth (Fiber to the home). Con una velocità di connessione media di 100 Mbps e picchi che potranno arrivare a 500 Mbps, Mario Mella, Chief technology officer dell’azienda controllata da Swisscom, rivendica con forza la denominazione di “broadband company”, di cui si è sempre fregiata Fastweb. “Siamo l’operatore con la maggiore esperienza sulla fibra portata fino a casa, sappiamo bene quanto sia complicato, anche dal punto di vista burocratico, estenderla a ogni abitazione, e l’Agenda digitale richiede tempi assai più ridotti di quelli che servirebbero per completare una copertura nazionale in chiave Ftth. La nostra priorità è garantire una copertura omogenea ed efficiente, l’Fttc è la tecnologia giusta, e comunque necessita di fibra: nel biennio 2015/2016 realizzeremo 2.500 nuovi km di infrastruttura di rete e stenderemo ulteriori 3.500 km di cavi, arrivando a un totale di 6mila km di infrastruttura di rete e 8.500 km di cavi”.

Sarà sufficiente a placare in prospettiva la sete di dati degli utenti italiani?
Se guardiamo al fabbisogno di banda, 100 Mbps sono circa cinque volte più veloci del migliore Adsl, che è ancora il tipo di connessione più diffusa. Considerando che raggiungeremo performance fino a 500 Mbps e stando al comportamento dei clienti, che monitoriamo, questo tipo di banda è in grado di soddisfare tutte le esigenze del medio-lungo termine. Direi che possiamo spingerci ben oltre il 2020.

Qual è il comportamento dei clienti? E soprattutto, quale sarà?
La disponibilità della banda larga anche in upload apre all’utente residenziale scenari di utilizzo innovativi. Penso soprattutto all’accesso al cloud, grazie a cui sarà possibile gestire e condividere contenuti su tutti i dispositivi di casa, senza contare lo streaming simultaneo in HD e, più avanti, in 4K su più schermi. Ci stiamo inoltre focalizzando sui servizi cloud business, e riteniamo che rispetto agli Ott esprimiamo valore non solo sulla connettività, ma anche rispetto alle caratteristiche dei data center, dove i clienti possono immagazzinare informazioni sensibili con la garanzia di un servizio end-to-end eccellente. L’infrastruttura è in ogni caso aperta al mondo degli Ott grazie a una strategia di interconnessione con i principali player mondiali.

Il consumo di dati aumenta in maniera esponenziale, non c’è nessun rischio di saturazione?
No, le dorsali crescono di pari passo col fabbisogno di dati. Il collo di bottiglia, tipicamente, è la rete di accesso, e la nostra è un’infrastruttura che garantisce una quantità di banda che rappresenta solo una porzione di quella che sta utilizzando non tanto il privato quanto la clientela business.

In base a quali criteri selezionerete le aree in cui implementare la rete con le nuove tecnologie dedicate all’Fttc?
Non c’è ancora un piano di localizzazione degli interventi di upgrade, la priorità è lavorare lungo il 2015 per definire le soluzioni e perfezionare la tecnologia. Stiamo ultimando l’infrastruttura, puntiamo a completare la migrazione della customer base sulla rete a banda larga, per arrivare a fine anno con un’offerta completa in portafoglio. A quel punto terremo conto delle caratteristiche delle reti in rame, che non sono omogenee su tutto il territorio nazionale, e valuteremo gli interventi situazione per situazione, anche a seconda della richiesta. Non vediamo alcun tipo di vincolo o limitazione. Ma adesso la priorità è accelerare sullo sviluppo della rete, per raggiungere il prima possibile il 30% della copertura e garantire la velocità media di 75 Mbps che siamo in grado di fornire oggi.

Dopodiché?
La strategia 2016 di upgrade della rete Fttc si articolerà attraverso un mix di utilizzo delle tecnologie innovative sperimentate sul campo a gennaio, in funzione delle distanze medie dei clienti dal cabinet. In Italia la rete in rame è molto corta e le abitazioni distano in media solo 250 metri dal cabinet, rispetto per esempio ai 700 metri della Francia. Questa condizione ci consentirà di indirizzare le abitazioni prossime all’armadio (circa il 20% del totale) con tecnologie come il G.Fast ottenendo prestazioni elevatissime, tra i 300 e i 500 Mbps. Per le abitazioni più distanti si potrà impiegare un mix di Vectoring e Vdsl enhanced, con l’obiettivo di fornire 200 Mbps all’80% dei clienti, 150 Mbps al 90% e comunque almeno 100 Mbps al resto dei collegamenti.

Il partner per le nuove tecnologie del “super” Fttc è Alcatel-Lucent. State pensando di sviluppare soluzioni in casa, o con altri operatori, specifiche per le vostre esigenze?
Gli operatori, in generale, non sviluppano nuove tecnologie autonomamente. Noi continueremo ad affidarci a partner di caratura mondiale, da Alcatel-Lucent a Huawei, che collaborano con noi elaborando e ottimizzando soluzioni ritagliate su specifiche necessità.

Cosa si profila all’orizzonte?
Sull’Fttc c’è una novità praticamente ogni trimestre. È un segnale importante, che dimostra che parliamo di una vera eccellenza. Esistono già prototipi che portano la velocità di connessione a 10 Gbps. La direzione è quella giusta, stiamo costruendo un patrimonio per il lungo periodo.

L’altra frontiera di Fastweb è il wireless.
Pur essendo importantissima per noi, rimarrà una tecnologia complementare al fisso. Con i recenti progetti di Monza e Livorno abbiamo sviluppato il servizio Wow fi, grazie al quale i clienti che lo desiderano hanno accesso alla rete wi-fi generata dai modem della community Fastweb, dando vita a una copertura cittadina che consente un’esperienza di navigazione uguale a quella di casa. Con il riscontro che abbiamo avuto, in termini di semplicità di utilizzo e performance, siamo interessati a estendere il servizio ad altre città nei prossimi mesi.

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