STRATEGIE

Peterson (Amazon): “Con il cloud anche la PA si può innovare”

Il numero uno dei servizi dedicati al Public Sector descrive il posizionamento del gioiello di Jeff Bezos in Italia e a livello globale. E spiega perché di fatto Amazon non ha concorrenti, ma solo potenziali partner

Pubblicato il 15 Apr 2016

Domenico Aliperto

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A sentir parlare Max Peterson, International Partners and Contracts, Worldwide Public Sector di Amazon Web Services (AWS), sembrerebbe quasi che la divisione del colosso di Jeff Bezos specializzata in servizi Cloud non abbia tutti quegli avversari che invece stanno spasmodicamente cercando di sviluppare un’offerta alternativa. E in un certo senso è così, stando almeno all’attuale ripartizione del mercato: il giro d’affari di AWS è infatti dieci volte più grande di quello complessivo degli altri 14 fornitori di offerte IaaS (Infrastructure-as-a-Service), e solo AliCloud di Alibaba, con 1,4 milioni di clienti, riesce a tenere il passo di Seattle. Ma non è questo il punto. Peterson allude più che altro al fatto che, per come è configurata la proposizione di Amazon, la maggior parte dei competitor costituisce piuttosto una sponda utile a costruire nuove partnership, garantendo ai clienti ciò che ha reso AWS un successo apparentemente inarrestabile: la totale flessibilità delle soluzioni. CorCom ha incontrato Peterson in occasione dell’AWS Summit che si è tenuto ieri a Milano. Si è trattato del primo evento italiano, segnale inequivocabile che le cose stanno cambiando anche nella Penisola. E persino nel settore pubblico.

Peterson, lei è entrato in AWS nel 2012, quando è esploso il fenomeno cloud. Quanto è stato coinvolto il Public sector e in che misura è dipeso da voi?

Posso dirle che tra i nostri clienti ci sono 2mila tra istituzioni e agenzie governative, 5mila strutture educative e 17.500 ONG. Siamo entrati in gioco al momento giusto: a livello globale il settore pubblico deve soddisfare la richiesta di nuovi servizi digitali da parte dei cittadini avendo a disposizione budget ridotti. Oggi il Cloud è diventato la risposta giusta per molti soggetti, in quanto sinonimo di ottimizzazione dei costi, flessibilità, sicurezza. Ma da parte di Amazon e dei suoi partner c’è stato un enorme lavoro di educazione nei confronti del mercato.

Non è quindi un caso che l’AWS Summit sia arrivato in Italia.

Abbiamo già diversi progetti importanti in Italia. Il dipartimento di Ingegneria nucleare del Politecnico di Milano sfrutta i nostri servizi per aumentare la capacità di calcolo dei propri sistemi e compiere simulazioni con risultati disponibili in meno di dieci secondi, mentre l’hardware on premise impiegherebbe diversi minuti per effettuare lo stesso tipo di operazioni. Lavoriamo anche per l’ESA Center for Earth Observation, che ha sede a Frascati. Il progetto DUE (Data User Elements) fornisce a migliaia di organizzazioni in tutto il mondo informazioni relative allo stato del pianeta raccogliendo dati attraverso i satelliti dell’Agenzia spaziale ed elaborandoli grazie alla nostra capacità computazionale. Per rimanere competitiva nel mercato globale, Enel ha dato vita a un piano visionario di trasformazione, con l’obiettivo di spostare in Cloud circa 500 workload. Avviato non più di 200 giorni fa, l’azienda ha già riscontrato risparmi sui costi computazionali pari all’11%, mentre per quanto riguarda lo storage la spesa è stata abbattuta del 48%. Ma si tratta solo della fase iniziale. Ora che comincia l’ottimizzazione vera e propria, le stime per le stesse voci parlano di cost saving rispettivamente del 20 e del 60%. In Italia come nel resto del mondo la domanda è sempre la stessa: come risolviamo problemi via via più complessi in modo più economico e con un approccio flessibile?

Lei usa spesso la parola flessibilità, che soprattutto nel contesto italiano non è facilmente accostabile al mondo pubblico. Conferma?

Il mondo pubblico ha sempre avuto un grosso problema: quello di non poter fallire sui grandi progetti IT. In generale, ci sarebbe molta più innovazione nel government se i costi e i tempi del fallimento fossero minori. Il Cloud permette di sperimentare, grazie a framework implementabili in poche settimane, contro i 18-24 mesi canonici di un progetto IT, e non ha costi fissi o contratti vincolanti. Se i risultati sono quelli preventivati, le cose cambiano davvero e in fretta. Là dove invece si sbaglia, si impara dagli errori commessi, continuando ad alimentare il processo di innovazione. Ovviamente perché tutto funzioni serve una forte leadership che guidi un cambiamento organizzativo. L’aspetto positivo è che molti dirigenti del settore pubblico si stanno rendendo conto che a fermare l’innovazione è molto spesso la rigidità delle cornici regolatorie. Aggiornando le policy e integrando il Cloud, come per esempio è successo nel caso dell’USCIS (United States Citizenship and Immigration Services) o dei siti Internet dedicati ai servizi per i cittadini di Canada e Australia, si è dimostrato che è possibile conciliare sicurezza e agilità.

Che ruolo hanno i partner in questa trasformazione?

L’ecosistema dei partner è l’elemento più importante del nostro posizionamento, e secondo Gartner è ciò che davvero ci differenzia rispetto al resto del mercato. Non solo per respiro e forza dell’offerta, ma anche per la profondità della piattaforma. Distinguiamo tra partnership di natura consulenziale e partnership tecnologiche, attraverso le quali vengono fornite soluzioni complete o componenti specifiche come quelle per la sicurezza. Per l’Italia posso citare senz’altro Reply e Accenture, che hanno sviluppato diversi prodotti estremamente efficaci, SAP e Trendmicro.

Parliamo della concorrenza, anche in prospettiva. In Italia le telco hanno un legame storico col mondo pubblico: è un aspetto che rappresenta un potenziale ostacolo alla vostra espansione?

La competizione è sempre uno stimolo, fa bene al mercato. Se devo essere sincero, per noi il vero avversario è chi non crede nei servizi Cloud, non chi li offre. Detto questo, AWS lavora e attiva partnership in funzione delle esigenze del mercato, a differenza di altri vendor che tendono a proporre ai propri clienti un unico provider. Il nostro scopo non è vincolare i clienti, ma renderli liberi di scegliere e avere pieno controllo sulle scelte e sulle funzioni che mettiamo a loro disposizione. Le telco? Anche quel marketplace si sta evolvendo, in Italia come all’estero. E i principali carrier stanno cominciando a vedere il Cloud come un’opportunità per sviluppare managed service. Telecom Italia ha recentemente annunciato di aver vinto una gara per la fornitura di servizi di Cloud computing per la Commissione europea. Si tratta di un progetto realizzato in partnership con noi.

AWS dovrebbe generare 10 miliardi di revenue, ed è, contrariamente a molte altre attività di Amazon, una divisione che produce profitti importanti. Quanto pesa la parte relativa al Public Sector?

Non posso entrare nello specifico, ma posso dirle che quest’anno siamo cresciuti del 100%.

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