IL SONDAGGIO

“Sì agli strumenti didattici online, ma attenzione alla privacy”

I genitori italiani sono favorevoli all’uso di tecnologie a scuola, ma per l’86% c’è il timore che le attività online siano usate in modo improprio. I risultati di un sondaggio di SafeGov.org e Istituto Italiano per la Privacy

Pubblicato il 25 Giu 2014

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L’86% dei genitori è preoccupato per il monitoraggio delle attività on-line dei figli da parte delle società a fini pubblicitari e molti tipi di annunci pubblicitari sono considerati potenzialmente dannosi. Lo rileva uno sondaggio di SafeGov.org, in collaborazione con l’Istituto Italiano per la Privacy, rivolto ai genitori italiani destinato a valutare le loro opinioni sull’utilizzo delle applicazioni e degli strumenti on-line nelle scuole e sulle relative conseguenze per la privacy degli studenti. Secondo il report la maggioranza dei genitori italiani ritiene che l’utilizzo di Internet a scuola possa apportare vantaggi significativi agli studenti ed è favorevole all’uso di strumenti on-line per le attività di apprendimento e per migliorare il rendimento scolastico, purché siano attivi gli opportuni controlli di protezione della privacy.

Nonostante gli evidenti vantaggi dell’uso di Internet in aula, la maggior parte dei genitori italiani intervistati ha espresso preoccupazione circa l’uso improprio delle pratiche di creazione di profili e di monitoraggio delle attività on-line dei propri figli a scuola. Oltre al controllo delle e-mail degli studenti, i genitori sono contrari al monitoraggio da parte delle società di Internet delle attività degli studenti sui social network e sui canali video, nonché sui dispositivi connessi a Internet come tablet e computer portatili, per scopi diversi da quelli didattici, ad esempio pubblicitari.

La maggior parte dei genitori ritiene che spetti alle scuole garantire la protezione della privacy degli studenti e propone che le scuole richiedano servizi di posta elettronica in grado di offrire garanzie contro la creazione di profili a fini pubblicitari. Circa il 60% dei genitori ritiene che l’uso di Internet a scuola possa aiutare i figli nell’apprendimento delle lingue straniere e per acquisire le competenze necessarie per essere competitivi nell’economia globale del XXI secolo;

Oltre la metà dei genitori vorrebbe che le scuole mettessero a punto delle regole di condotta per vietare che le attività dei figli siano monitorate ed utilizzate per un successivo invio di messaggi pubblicitari; la maggior parte dei genitori è anche favorevole all’adozione di leggi più severe da parte del governo che affidino ai genitori il controllo totale sul tipo di informazioni che possono essere eventualmente raccolte dalle società di Internet sugli studenti a scuola; il 72% dei genitori ritiene che la responsabilità di garantire la privacy degli studenti sia delle scuole, ciononostante l’88% si dichiara disposto ad intervenire personalmente.

“Sono lieto di constatare che i genitori italiani riconoscono i vantaggi che gli strumenti Internet possono apportare quando sono applicati alle attività scolastiche, ma anche che chiedono alle scuole di adottare regole severe di tutela della privacy per proteggere i figli dal rischio di diventare un bersaglio commerciale”, ha dichiarato il presidente di SafeGov Jeff Gould. “Le aziende, le scuole e i responsabili politici dovrebbero attuare le misure necessarie per garantire agli studenti una protezione speciale quando in classe utilizzano strumenti on-line, applicazioni di social network, tablet o altri dispositivi.”

“I dirigenti scolastici e i docenti dovrebbero diventare sempre più consapevoli delle grandi opportunità offerte alla scuola dalle tecnologie di cloud computing, e al contempo essere in grado di rispettare attentamente la normativa privacy italiana per non mettere a rischio i dati degli studenti. Per questo, il 25 giugno distribuiremo un manuale di IIP sul rispetto della privacy nel cloud computing a scuola, donandolo a docenti e dirigenti scolastici perché ne facciano tesoro operativamente”, ha dichiarato Luca Bolognini, presidente dell’Istituto Italiano per la Privacy.

Il sondaggio ha coinvolto 500 genitori di studenti della scuola italiana, dalla scuola primaria alla scuola secondaria superiore, residenti in Italia. Agli intervistati è stato chiesto di descrivere il livello di consapevolezza e di preoccupazione sul controllo delle attività dei figli on-line, sottolineando quali aspetti del controllo e monitoraggio dei propri figli siano più o meno accettabili. Il questionario fa parte di un sondaggio più ampio rivolto ai genitori condotto in quattro paesi europei (Polonia, Francia, Italia e Spagna) e in diversi paesi del mondo, fra cui Israele, Stati Uniti, Australia, Giappone, Corea e Malaysia.

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