“Coding, così funziona il mio programma che mette il turbo a Python”

Massimo Di Pierro, fisico passato all’insegnamento di informatica e noto alla comunità dei programmatori per la creazione di Web2py: “Come insegnante non ho abbastanza studenti da suggerire alle aziende che mi chiedono risorse. Se c’è qualche italiano disponibile, si faccia avanti”

Pubblicato il 26 Feb 2016

Dario Banfi

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Da Pescara a Chicago, dagli studi in fisica all’insegnamento di informatica alla School of Computing della DePaul University. Massimo Di Pierro è tra i più quotati esperti di Python, noto alla comunità dei programmatori per aver creato “web2py“.

Che cos’è web2py?

Semplificando è un programma per costruire applicazioni Web in Python. È gratuito e open source. Oggi è utilizzato da imprese e programmatori a livello mondiale.

Insegni Python in aula?

Sì, ma non solo. Negli ultimi anni ho insegnato 15 materie differenti: simulazioni finanziarie, come costruire applicazioni Web e altro.

Python sta crescendo come popolarità?

Sì. Anni fa chi studiava computer science iniziava con C o C++. Poi è arrivato Java. Oggi tutti incominciano con Python. È uno standard accettato da Università, aziende e banche. Penso a Bank of America o Chase.

Come mai?

Guido van Ross, che conosco personalmente, ha inventato un linguaggio molto espressivo, che consente di fare ciò che con JAVA, per esempio, richiede uno sforzo 10 volte superiore. Le librerie disponibili sono molte, per esempio in ambito di statistica avanzata. È un linguaggio lento, ma utilizzando queste librerie è paragonabile a C++ o Java.

Cosa significa che richiede sforzi minori?

Il costo di scrittura di un programma è sempre un costo umano: il tempo necessario per costruirlo. Quando un linguaggio consente di esprimere lo stesso concetto con meno parole, fai prima. Rispetto a Java un programma in Python è 10 volte più corto, richiede minori dettagli sulle specifiche di scrittura.

E’ soggetto a più errori?

No. Si tratta semplicemente di meno vincoli da rispettare. Python lascia più libero chi utilizzerà il programma, anche dopo la sua creazione.

Questo approccio favorisce business veloci o startup?

Sì. Vent’anni fa lo sviluppo di software seguiva modelli complessi. Si scrivevano tutte le specifiche e poi si iniziava a programmare. Adesso non puoi più farlo: il time-to-market è ridottissimo. Python va molto bene per fare prototipi veloci, con codice facilmente interpretabile in seguito.

Si apprende facilmente?

Non c’è paragone. Mio figlio di 10 anni ha fatto un programma per muovere una tartaruga sullo schermo con i tasti. Come arrivare allo stesso risultato in Java non è spiegabile a un bambino.

Python è una competenza richiesta sul mercato?

Se si guarda al numero di programmatori, la maggior parte sono in C++, Java e .Net, ma i posti disponibili sono più numerosi per chi conosce Python. Come insegnante non ho abbastanza studenti da suggerire alle aziende che mi chiedono risorse. Se c’è qualche italiano disponibile, si faccia avanti.

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