SMART MOBILITY

Connected car, schiaffo al 5G: l’Europa punta sul wi-fi

La norme che regoleranno le comunicazioni tra veicoli in Europa potrebbero dare priorità allo standard ITS-G5 invece che al C-VX che viaggia sulle nuove reti mobili. Per le telco Bruxelles rischia di mettere il Vecchio Continente in posizione di svantaggio rispetto a Cina e Usa

Pubblicato il 19 Ott 2018

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La Commissione europea sarebbe pronta a favorire il wifi rispetto al 5G per le auto connesse: lo riporta Reuters citando una bozza della legislazione che l’esecutivo dell’Ue sta preparando e che sarà presentata il prossimo mese. La Commissione indicherà, secondo Reuters, le regole per l’utilizzo del wifi in auto scontentando così le aziende delle Tlc e alcuni costruttori (come Daimler) che hanno puntato sulle reti mobili di nuova generazione per la connected car. Assegnerebbe invece un vantaggio ai costruttori che puntano sul wifi, tra cui Volkswagen e Renault.

Le due tecnologie a confronto sono l’ITS-G5, che usa le reti wifi, e lo standard C-V2X, che sfrutta le reti cellulari 5G. Se Bruxelles favorirà la prima, il C-V2X sarebbe considerato in un secondo momento, allungando i tempi di regolamentazione.

Sul fronte di ITS-G5 si sono schierati Volkswagen, Renault, il chipmaker Nxp, Autotalks e Kapsch TrafficCom, che sostengono che lo standard ha il vantaggio di essere già stato testato e standardizzato in Europa. Inoltre, l’ITS-G5 è più focalizzato sulla comunicazione tra veicoli e sarebbe quindi più efficiente nelle comunicazioni tempestive, per esempio per permettere al veicolo di schivare un oggetto in strada o mandare chiamate di emergenza in caso di incidente.

Sul lato opposto Daimler, Ford, Psa Group, Deutsche Telekom, Ericsson, Huawei, Intel, Qualcomm e Samsung spingono per la scelta del C-V2X che, dicono, ha più ampie applicazioni ed è future-proof. In particolare, C-V2X può connettere non solo le auto ma anche i dispositivi nell’ambiente circostante e offrire applicazioni nell’ambito intrattenimento, monitoraggio del traffico e navigazione con una maggiore garanzia di velocità di trasmissione e affidabilità del segnale.

Le telco e molti costruttori hanno più volte perorato la causa del 5G presso l’esecutivo europeo. Lo scorso luglio Deutsche Telekom, Huawei, Nokia, Intel, Qualcomm, Ericsson, Samsung, Telefonica, Vodafone, Bmw, Daimler, Ford, PSA Groupe, SAIC Motor e Savari hanno inviato una lettera alla Commissione per sostenere il 5G in ambito automotive.

La tecnologia C-V2X, hanno scritto Deutsche Telekom, Ericsson, Daimler e le altre, è un’opzione preferibile alla ITS-G5 anche perché permetterà ai costruttori, ai vendor di attrezzature e alle telco europee di competere sul mercato globale. L’ITS-G5, al contrario, costringerebbe le case automobilistiche nel recinto di una tecnologia che, “nonostante il nome, non ha alcun legame con la tecnologia del 5G e sicuramente non rappresenta un’evoluzione verso la compatibilità con il 5G“. Scegliere l’ITS-G5 “metterebbe l’Europa in posizione di svantaggio economico rispetto alle altre regione del mondo”, in particolare la Cina e gli Stati Uniti, dove lo standard C-V2X sta emergendo come il “candidato forte” per realizzare i sistemi di trasporto intelligenti C-ITS (Cooperative Intelligent Transport Systems).

Le regole che l’Unione europea adotterà sulle comunicazioni tra veicoli sono cruciali perché dovranno spianare la strada all’industria della connected car, della mobilità intelligente e, potenzialmente della guida autonoma. Secondo molte case automobilistiche e telco attive in Ue i veicoli connessi potranno fare da traino alla diffusione delle reti mobili 5G in tutta l’Unione.

La posta in gioco è alta e alcuni paesi Ue (Spagna, Svezia, Finlandia e Norvegia) hanno chiesto di allungare i tempi dell’iter legislativo per esaminare meglio le tecnologie concorrenti. La Francia supporta l’adozione del wifi ma ha proposto un compromesso: una clausola che obbliga la Commissione a riconsiderare le regole entro 12 mesi, lasciando quindi uno spiraglio aperto per rimettere in ballo il 5G.

La lobby 5GAA, che sostiene l’adozione dello standard C-V2X, non è soddisfatta: “Una legge che si limita a comunicazioni basate su wifi manda un messaggio negativo sull’impegno dell’Europa sul 5G ed è contraria agli obiettivi dello stesso piano d’azione sul 5G della Commissione che mira a stimolare l’adozione del 5G nei trasporti”.

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