SERVIZI

Conservazione digitale, più ordine nel Bando Consip

Un nuovo modello di bando di gara farà emergere le caratteristiche essenziali per l’assegnazione del servizio. Emerge dal tavolo di lavoro congiunto fra referenti MePa e rappresentanti del mercato dei conservatori accreditati. Alleggeriti gli elementi che potevano risultare fuorvianti. Il commento di Selam, direttore generale Anorc

Pubblicato il 31 Mar 2017

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Si è svolto ieri a Roma presso la sede di Consip l’incontro tra i referenti per il MePA e i rappresentanti del mercato dei Conservatori accreditati. Anorc ha preso parte all’incontro in qualità di rappresentate del mercato di riferimento e di portavoce della Coalizione Anorc – Aifag dei Conservatori accreditati (che oggi raccoglie 44 delle 74 imprese accreditate dall’Agenzia per l’Italia Digitale) con l’obiettivo di far ordine nel bando Consip relativo all’“Abilitazione di fornitori e servizi per la partecipazione al mercato elettronico per la fornitura di servizi per l’informatica e le telecomunicazioni”, relativamente alla conservazione digitale dei documenti.

Un tavolo di lavoro congiunto ha portato all’individuazione di un modello di bando di gara utile a rendere evidenti le caratteristiche essenziali per l’assegnazione del servizio di conservazione digitale a norma. Il bando iniziale (ICT 2009), sul quale ci siamo confrontati, è stato alleggerito da elementi superflui e in alcuni casi addirittura fuorvianti che avrebbero potuto influire negativamente sulle valutazioni che le pubbliche amministrazioni saranno poi chiamate a fare.

A seguito di confronto è stato deciso di organizzare il metaprodotto Servizio di Conservazione Digitale in modo chiaro e semplice individuando tra le specifiche del Servizio stesso solo gli elementi essenziali e rinviando alla fase di RDO (richiesta di offerta) gli elementi caratterizzanti la specifica offerta.

Uno degli elementi essenziali dai quali non si potrà più prescindere è l’ottenimento dell’accreditamento da parte dell’Agenzia per l’Italia Digitale con relativo inserimento nell’elenco pubblico di riferimento (http://www.agid.gov.it/agenda-digitale/pubblica-amministrazione/conservazione/elenco-conservatori-attivi) in capo al fornitore del servizio.

Altri elementi che sono stati segnalati come fondamentali dal mercato e dunque inseriti sono quelli relativi alla responsabilità dell’Ente nella consegna (nella fase iniziale del rapporto tra Ente e Conservatore) di dati, documenti e informazioni, al soggetto che poi sarà responsabile del servizio di conservazione digitale e (nella fase di chiusura del rapporto tra Ente e Conservatore) all’individuazione delle modalità di riversamento e alla necessità che l’attività di riversamento avvenga nei confronti di un soggetto accreditato. Queste specificazioni sono finalizzate a escludere problemi di interoperabilità nel trasferimento dei dati, ma soprattutto prevenire l’aggravio di costi e l’imputazione di ritardi nell’esecuzione del servizio in capo all’assegnatario del servizio. Ad oggi, infatti, troppo spesso succede che si rimanga bloccati per mesi o addirittura per anni in attesa che l’Ente pubblico indica una nuova gara o sia in grado di riprendere i dati, obbligando così il conservatore a sostenere interamente i costi della conservazione.

Di contro, gli elementi che si è deciso di far migrare all’interno delle specifiche RDO sono quelli relativi alle specifiche esigenze di ciascun Ente quali, ad esempio, l’assistenza, la formazione e i c.d. service level agreement.

Questa attività è un importante primo passo verso la corretta gestione dei bandi di gara relativi al Servizio di Conservazione Digitale, purtroppo però solo questa attività non è sufficiente.

Per questa ragione la Coalizione dei Conservatori accreditati Anorc – Aifag si è impegnata a collaborare con Consip nel monitorare il MePA per evidenziare e denunciare eventuali irregolarità nell’assegnazione del servizio di conservazione digitale tramite l’utilizzo di metaprodotti differenti da quello dedicato allo specifico servizio.

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