CONCORRENZA

Controllo su Tim, per Vivendi (forse) il giorno della verità

Scade oggi il termine per il pronunciamento dell’Antitrust europeo, ma non si esclude una proroga di 3 mesi. Sul tavolo di Bruxelles l’ipotesi di dismissione della quota di Telecom in Persidera

Pubblicato il 30 Mag 2017

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Scade oggi il termine per il pronunciamento dell’Antitrust Ue sul controllo di fatto di Telecom Italia da parte di Vivendi. Ma non è da escludere una proroga di 90 giorni. Il faro della Commissione europea è diventato un passaggio obbligato dopo l’assemblea degli azionisti, che ha assegnato a Vivendi 10 dei 15 consiglieri in consiglio di amministrazione.

Vivendi aveva notificato la possibilità di ottenere il controllo di fatto già prima dell’assemblea. Nei giorni successivi è emersa poi una possibile criticità rispetto al legame con Telecom, che riguarda il superamento della quota di mercato del 50% detenuta da Vivendi nei canali tv digitali terrestri (sommando i mux di Persidera, controllata da Telecom al 70%, con quelli di Mediaset, di cui oggi Vivendi detiene il 28,8% del capitale e il 29,9% dei diritti di voto).

Il termini della pronuncia UE era già stato prorogato, ma potrebbe aprirsi ora una fase di valutazione della durata di altri 90 giorni. Tempo necessario proprio per valutare l’impegno promosso da Vivendi, presentato all’oscuro del cda di Tim, cioè la dismissione della quota Persidera per ottenere il disco verde dalla Ue. Resta da vedere se l’analisi della DG concorrenza, che ha comportato la richiesta di un parere ai soggetti concorrenti sarà ritenuta sufficiente o se Bruxelles si avvarrà, in tutto o in parte, di altre 3 mesi previsti dalla procedura per acquisire ulteriori informazioni.

Intanto la media company sta cercando la soluzione migliore per dare esecuzione alla delibera dell’Agcom, che ha contestato al gruppo la violazione dei tetti del Sic con la contemporanea presenza in Tim e Mediaset, obbligando Vivendi a scegliere fra le due partecipazioni oltre limite. La società francese dovrebbe indicare la decisione che intende assumere entro il 19 giugno. Secondo alcune fonti è probabile che si proceda intanto con la sterilizzazione dei diritti di voto sopra il 10%.

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