Copyright, sequestro record della Gdf: oscurati 46 portali pirata

E’ la più importante operazione anti-pirateria informatica mai effettuata in Italia. Nel mirino portali torrent e streaming video. L’accusa: violazione del diritto d’autore a scopo di lucro

Pubblicato il 04 Mar 2014

Antonello Salerno

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Quarantasei tra nomi di dominio e portali internet torrent e streaming sequestrati dalla Guardia di Finanza, su ordine del Giudice per le indagini preliminari di Roma e su richiesta della procura della Capitale, con l’ipotesi di reato di violazione dell’articolo 171 ter, comma 2, della legge 633 1941, che regola il diritto d’autore. Ai siti sequestrati viene contestato di aver messo a disposizione in download o in streaming contenuti protetti dal diritto d’autore per fini di lucro, tramite il metodo del pay per click o chiedendo donazioni in cambio della disponibilità dei file. A darne notizia è sul suo blog l’avvocato Fulvio Sarzana, specialista nella materia del diritto d’autore.

A portare a termine l’operazione, secondo quanto riportato dall’avvocato, è stato il nucleo speciale per la radiodiffusione e l’editoria di Roma della Guarda di Finanza, in collaborazione con il nucleo speciale frodi tecnologiche delle stesse fiamme gialle.

Si tratterebbe della più importante operazione in questo campo mai portata a termine dalle forze dell’ordine in Italia. “Non viene contestato ai titolari dei portali il reato di ricettazione che, nell’ultimo anno, aveva trovato ingresso in alcuni provvedimenti di sequestro preventivo attinente il diritto d’autore – si legge sul blog dell’avvocato – E allo stato l’azione non sembrerebbe essere stata sollecitata dalle Associazioni a tutela del diritto d’autore”.

Tra i siti bloccati, per i quali collegandosi alla Url di riferimento compare la schermata dei due nuclei della guardia di finanzia con la dicitura “Sito sottoposto a sequestro”, ci sono piratestreaming.tv, filmsenzalimiti.it e eurostreaming.org. Altri dei 46 portali risultano irraggiungibili, come mondotorrent, 7tv.org, dopinatorrent, e altri sembrano ancora attivi ma i provider li dovranno oscurare nelle prossime ore, pena l’essere indagati, come già è successo in passato in situazioni analoghe, per favoreggiamento.

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