REGIONI

Corecom, liti con le tlc: nelle tasche degli utenti tornano 30 milioni

Nel 2015 trattati 100mila contenziosi. Il presidente Agcom Cardani: “Esempio di decentramento efficiente”. Il coordinatore nazionale dei comitati regionali Felice Blasi: “Il nostro modello per la conciliazione consumatori-telco studiato anche all’estero”

Pubblicato il 09 Mar 2016

Antonello Salerno

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I Comitati regionali per le comunicazioni hanno visto confermare nel 2015 il massimo livello di controversie trattate rispetto agli ultimi cinque anni, a quota centomila, come nel 2013 e 2014, e una percentuale di risoluzione dei contenziosi vicina all’80% dei casi.

Di “ruolo strategico svolto dai Corecom sul territorio, raro esempio di decentramento efficace, nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà” e di un “modello di governance che funziona bene e assicura efficienza” ha parlato illustrando i numeri del 2015 il presidente Agcom Angelo Marcello Cardani, durante una conferenza stampa organizzata nella sala Nassirya del Senato insieme a Felice Blasi, coordinatore nazionale Corecom, e Antonio Mastrovincenzo, delegato alla comunicazione della conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni, e presidente del Consiglio regionale delle Marche. Nei casi in cui non si è raggiunto l’accordo in sede di conciliazione, emerge dai dati, 25mila sono state le istanze di definizione adottate direttamente dai Corecom, con un vantaggio complessivo per l’utenza pari a 120 milioni di euro dal 2011 al 2015, a fronte di costi per Agcom di circa 12 milioni di euro, e pari a 30 milioni di euro per il solo 2015.

Al centro della conferenza stampa le attività dei Corecom in materia di funzioni proprie, come le istruzioni sui benefici concessi all’emittenza locale e l’applicazione della legge sulla par condicio, e nelle funzioni delegate, come le conciliazioni e definizioni delle controversie con gli operatori della telefonia e pay-tv, il monitoraggio del pluralismo politico-istituzionale, la vigilanza sull’affollamento e il posizionamento della pubblicità, il monitoraggio su tv e minori, il registro degli Operatori della Comunicazione/Roc.

Nel suo intervento Cardani ha sottolineato che “il risultato più evidente è il fatto che la definizione delle controversie è avvenuta senza coinvolgere la magistratura, che ha già un carico di lavoro superiore alle sua capacità. Facciamo un favore all’intero Paese scaricandolo di un peso di ‘litigiosità’ che altrimenti andrebbe a gravare sulla magistratura. Questo comporta vantaggi economici per i consumatori, ma oltre ai risultati quantitativamente rilevanti c’è un altro elemento: la presenza di una istanza di correzione efficiente, rapida e separata dalla magistratura non ha solo effetti monetari, ma anche di educazione, di diffusione tra gli operatori e i cittadini della cultura della giustizia, del diritto”.

Particolarmente soddisfatto il Felice Blasi, che sottolinea come questi organismi abbiano dato vita a un “modello” studiato anche all’estero: “C’è un bisogno quotidiano – aggiunge – di garanzie nelle comunicazioni per i cittadini: lo riscontriamo dalle decine di utenti che ogni giorno, in ogni Corecom italiano, si affacciano ai nostri uffici per partecipare ai tavoli di conciliazione con i gestori della telefonia, ma lo vediamo anche dalle continue richieste da parte di scuole e associazioni per azioni di sensibilizzazione e intervento in direzione della tutela dell’utenza, e soprattutto dei minori, nell’ambito delle comunicazioni tradizionali e, ormai sempre di più, nel web e nei social network”.

”L’attività dei Corecom – afferma Antonio Mastrovincenzo – costituisce un esempio virtuoso di efficienza ed efficacia del sistema delle comunicazioni. Il processo di revisione dell’accordo quadro del 2008 tra Autorità per le comunicazioni, la Conferenza delle Regioni e la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative, deve veder accrescere le garanzie degli utenti a livello locale offrendo ai cittadini anche la possibilità di accedere direttamente ad una serie di servizi. E’ necessaria una rimodulazione delle deleghe che preveda un rafforzamento di quelle finalizzate a fornire un servizio diretto, come ad esempio la funzione di risoluzione delle controversie con gli operatori delle comunicazioni”.

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