L'ANALISI

Criptovalute, l’allarme di Visco: “Fattore di rischio per stabilità finanziaria”

Il Governatore della Banca d’Italia: “Una diffusione non controllata di criptoattività di natura digitale” può compromettere la protezione del consumatore “e favorire attività illecite”

Pubblicato il 29 Mag 2018

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Attacchi informatici e una “diffusione non controllata di criptoattività” rappresentano dei pericoli per la stabilità finanziaria mondiale in prospettiva. Lo dice il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, sottolineando tuttavia i grandi vantaggi dello sviluppo del Fintech, che affianchi il canale bancario per sostegno agli investimenti e alla crescita. “Uno sviluppo dell’intermediazione bancaria, se non adeguatamente controllato può anche costituire un fattore di rischio”, avverte Visco.

Il governatore ricorda comunque che, rispetto agli attacchi informativi e alla diffusione non controllata di criptovalute, c’è l’impegno delle banche centrali accanto a quello degli operatori e delle altre autorità.

Il governatore Visco rilancia una visione già delineata. “La trasformazione digitale in atto nell’ecosistema dei pagamenti e il nuovo approccio stanno ponendo nuove sfide – aveva detto nei mesi scorsi parlando della tecnologia alla base del bitcoin -. Serve un controllo dei nuovi sistemi di pagamento mentre vengono introdotte nuove tecnologie e modelli di business”.

Vanno però affrontati “i rischi associati a queste innovazioni”. Come quelli derivanti dalle vulnerabilità “nella valutazione, il trattamento e l’archiviazione delle informazioni, così come quelli che minacciano la cybersecurity, che potrebbero ridurre la fiducia del pubblico nel sistema dei pagamenti”.

Gli enormi progressi tecnologici nel sistema finanziario creano nuove opportunità, ma pongono anche nuove sfide per gli intermediari tradizionali ora “esposti ad una maggior concorrenza da parte delle piattaforme digitali che offrono anche servizi di pagamento”. Le banche, non competono più solo tra di loro ma anche con le “non-banche”. Per questo è necessario un “dialogo continuo” tra regolatori e industria.

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