LA RICERCA

Crowdfunding per la cultura, l’Italia si muove: 12 piattaforme attive

Il dato emerge dallo studio di Civita secondo cui, nel 2016, il 22% delle campagne ha riguardato iniziative culturali. Al top WithYouWeDo, il sistema di Tim che ha “rastrellato” 1,35 milioni con 4mila donatori per una una raccolta media di 40mila euro a progetto

Pubblicato il 23 Feb 2017

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Gli italiani mecenati? Ancora non abbastanza, ma qualcosa forse comincia a muoversi. Almeno a leggere i dati dello studio presentato oggi dall’Associazione Civita, ”Il crowdfunding per la Cultura, tra fundraising e marketing”, che racconta come su 68 piattaforme di crowdfunding attive in Italia nel 2016 ben 12 erano dedicate esclusivamente a progetti di arte, musica, cinema, editoria, cultura. ‘

“Con tre miliardi di persone connesse a internet – spiega il vicepresidente di Civita, Emmanuele Francesco Maria Emanuele, introducendo lo studio insieme al presidente Gianni Letta – è ormai iniziata una nuova era anche nel campo della creatività. Serve però una nuova disciplina, più semplice ed efficace. Il patrimonio culturale è l’unica risorsa che ci rimane davvero per il futuro e va gestito in modo nuovo”. Sul tavolo anche lo strumento dell’Art Bonus.

”Sta fallendo – dice – perché non ci si può concentrare solo su progetti di conservazione. Il patrimonio va anche valorizzato, messo a frutto. Il crowdfunding ha il vantaggio di coinvolgere la gente, renderla protagonista di un progetto culturale. Chiunque, anche uno studente che può donare solo 5 euro”. Non solo, aggiunge, il direttore della Reggia di Caserta, Mauro Felicori. ”Se il sistema pubblico – dice – non pone l’efficienza come sua priorità non avrà più credibilità per dialogare con i privati”, mettendo in crisi ”non solo il modello di finanziamento pubblico alla cultura, ma anche quello delle sponsorship”.

Così, si legge nello studio di Civita, nel crowdfunding 2016 in Italia le campagne espressamente culturali sono state il 22% del totale, superate, ma per poco, da quelle sociali (23%) e di business (22,4%) e ”battendo” invece i progetti di ricerca scientifico-medica (10,7%) e il crowdfunding civico (7,6%). E se in tutto i progetti finanziati dal basso hanno raccolto quasi 92 milioni di euro (91.790.909) con una crescita del mercato del +62% rispetto al 2015, la formula Reward e Donation ”scelta dal 90% delle operazioni culturali”, spiega il responsabile del Centro studi Civita, Alfredo Valeri, ha raccolto 24 milioni e 750 mila euro (+40% nel secondo semestre 2016), con un valore medio di 4.221 euro a progetto. La formula Do it Yourself, ovvero campagne che non si appoggiano a piattaforme specializzate, ”piace invece all’8% del settore cultura” con 3.338.163 euro raccolti, 195.774 euro di valore medio e un +218% nel secondo semestre 2016.

Tra le piattaforme più apprezzate, Produzioni dal basso, Derev, Musicraiser, BeArt, ma anche WithYouWeDo, il crowdfunding di Tim che ha già raccolto 1,35 milioni di euro con 4 mila donatori, portando a compimento 28 progetti su 7090 ricevuti e 70 pubblicati. Raccolta media, 40mila euro a progetto, la più alta in Italia.

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