EC3

Cybercrime, l’Europa: “Siamo solo alla punta dell’iceberg”

Il primo bilancio del Centro per il cybercrime europeo mostra uno scenario affatto in miglioramento: il web sempre più usato per traffico di droga, estorsioni, riciclaggio di denaro e pedopornografia. Il commissario Malmstrom: “I cybercriminali abili nello sfruttare sviluppi tecnologici e vuoti di legge”

Pubblicato il 10 Feb 2014

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Dal traffico di droga alle estorsioni, dal riciclaggio di denaro al consumo di materiale pedopornografico: cresce la richiesta di servizi e prodotti illegali online e si ingrossano le fila dei cybercriminali. È quanto emerge dalla fotografia scattata a Bruxelles dal direttore del Centro per il cybercrimine europeo (Ec3), Troels Orting, che in una conferenza stampa col commissario Ue agli Affari interni Cecilia Malmstrom, ha illustrato il primo anno di attività del polo di specializzazione nato in seno ad Europol.

Segnalando l’Italia tra gli Stati membri europei che assieme a Regno Unito, Spagna, Paesi Bassi e Germania sono tra i più attivi nella collaborazione e nello scambio di informazioni, Orting ha evidenziato la partecipazione di Ec3 in 57 operazioni congiunte: di queste 19 volte a smantellare network che diffondevano malware e virus per estorsioni e frodi.

Ma il Centro si è impegnato anche in nove grosse operazioni contro pedopornografia e abuso di minori e in particolare nel supporto ad indagini per lottare contro la cosiddetta “rete oscura” dove i pedofili si scambiano materiale in forum nascosti, e per combattere il fenomeno delle “sextortion”, estorsioni sessuali, soprattutto a danno di minori.

Intanto sul fronte delle frodi online, sono attualmente 16 le indagini aperte, e nel 2013 il Centro ha contribuito a smantellare tre reti. “Il comportamento criminale online – ha osservato Malmstrom – cambia rapidamente, è creativo e abile nello sfruttare sviluppi tecnologici e vuoti di legge. Noi dobbiamo essere in grado di tenere il passo. L’expertise di Ec3 ci sta aiutando a combattere questa battaglia e a rafforzare la cooperazione europea”.

Troels Örting si è detto soddisfatto dei progressi compiuti finora, ma ha ammesso che l’organizzazione ha visto “solo la punta dell’iceberg” delle minacce criminali online.

“In particolare sono preoccupato per la crescente sofisticazione del malware e per le estorsioni sessuali nei confronti dei minori. Abbiamo solo visto la punta dell’iceberg” ha aggiunto Orting, che tra le tendenze future segnala una crescente globalizzazione, lo sviluppo di malware anche per i telefoni cellulari con hacker che puntano sempre di più alle banche dati su cloud e maggiori richieste di servizi criminali on-line anche per il riciclaggio di denaro.

Secondo uno studio di McAfee, i profitti del cybercrimine ammontano a 750 miliardi l’anno, con 150mila virus in circolazione e 148mila computer colpiti quotidianamente.

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