L'INTERVISTA

Data center, Ortisi: “Per l’Italia enormi opportunità, scenario di profondi cambiamenti”

Milano fra le città che stanno registrando un aumento esponenziale della domanda. Il 17 aprile in occasione dell’evento Data Center Nation, di cui CorCom è media partner, il punto su progetti, investimenti e sfide future: “Fondamentale connettere l’ecosistema finanziario e tecnologico”. Determinante la questione energetica anche e soprattutto legata all’avvento dell’intelligenza artificiale

Pubblicato il 25 Mar 2024

davide ortisi

Per anni la scena data center europea è stata dominata dai cosiddetti mercati “Flap-d” – Francoforte, Londra, Amsterdam, Parigi e Dublino. Recentemente, invece altri mercati e città europee quali Milano, Madrid, Varsavia ed Oslo tra le altre, stanno registrando una domanda in aumento esponenziale. Questa forte tendenza alla decentralizzazione data center, che è anche alla base della proposizione di valore di Data Center Nation, è diretta conseguenza delle limitazioni energetiche e del proliferare dell’edge computing e delle leggi nazionali sulla sovranità del dato”. Davide Ortisi, ceo di Data Center Nation fa il punto con CorCom sull’evoluzione del mercato dei data center, le sfide prossime venture e anche sulle criticità che non mancheranno sul cammino in vista della kermesse in programma a Milano il prossimo 17 aprile.  “In uno scenario futuro di computing continuum avremo probabilmente un quadro ancora più distribuito con città Tier 3 che si affacceranno sulla scena del digitale – evidenzia Ortisi -. Ancora una volta, i requisiti di disponibilità energetica, real estate e latenza saranno i fattori decisivi per la localizzazione di data center in aree al di fuori del capoluogo lombardo”.

Ortisi, gli investimenti nei data center stanno crescendo e dovranno crescere sempre di più per sostenere la sfida dell’intelligenza artificiale. Come sta evolvendo lo scenario e cosa dobbiamo attenderci di qui ai prossimi anni?

L’intelligenza artificiale è da annoverare tra le innovazioni tecnologiche più importanti di sempre, forse paragonabile solo all’avvento di internet e del cloud computing. Recentemente Michael Dell, ceo e founder di Dell, ha dichiarato che nei prossimi 10 anni avremo bisogno di incrementare di 100 volte il numero dei data center per supportare il proliferare di applicazioni AI. Parimenti, lo scorso 18 marzo, Nvidia ha lanciato le proprie Gpus di ultima generazione Blackwell, disegnate per applicazioni di intelligenza artificiale generativa su modelli linguistici di grandi dimensioni da trilioni di parametri con costi e consumi energetici fino a 25 volte inferiori rispetto alle precedenti unità di elaborazione grafica. Questa nuova architettura abiliterà una vera e propria rivoluzione nell’elaborazione dei dati, nella simulazione ingegneristica, nell’informatica quantistica e nell’intelligenza artificiale generativa. Chiaramente, le maggiori capacità computazionali richieste dall’AI hanno immense ripercussioni sule infrastrutture data center destinate ad ospitarle.

Cioè?

Andiamo verso uno scenario di cambiamenti profondi nella distribuzione elettrica e dove il raffreddamento tradizionale ad aria cederà il passo al liquid cooling, sia direct-to-chip che immersion, in footprint fisici molto più ridotti e densi. Ma qui sta il conflitto insito in questa storia di crescita: i data center AI attingeranno sempre più pesantemente a linee elettriche e di trasmissione limitate e la disponibilità energetica è il vero e proprio bottleneck dell’industria. Le soluzioni prospettabili ai problemi di approvvigionamento e distribuzione energetica sono probabilmente da rinvenire nell’adozione di tecnologie quali Lng, small modular nuclear reactors, energy storage ed in una maggiore distribuzione geografica degli stessi data center, laddove evidentemente considerazioni di latenza lo permettano. In uno scenario futuro di profonda competizione energetica, il problema richiede evidentemente un coordinamento profondo tra operatori privati, investitori ed istituzioni.

Sta esplodendo l’interesse dei fondi di venture capital sul fronte data center? Segno che si tratta di infrastrutture altamente remunerative e strategiche?

Assolutamente sì, i data center sono infrastrutture non solo remunerative ma soprattutto strategiche per gli ecosistemi economici nazionali in virtù del fatto che abilitano ulteriore innovazione e benefici economici diffusi. Società di venture capital, operatori specializzati di colocation e gli stessi hyperscalers sono i soggetti principali e tradizionali del mercato. Tuttavia, con l’aumento della domanda di data center, anche le aziende di real estate e logistica stanno cominciando a prospettare investimenti in questo settore. Inoltre, come evidenziato in una recente ricerca di McKinsey & Company, opportunità interessanti di investimento sono anche da rinvenire in altre parti della catena del valore dei data center. Gli investitori potrebbero concentrarsi su singoli elementi – come la generazione di energia verde o il raffreddamento ad immersione – o investire dove gli elementi si intersecano, ad esempio soluzioni modulari per data center edge e per soluzioni power in data center core. Gli investitori che già possiedono asset di data center potrebbero anche prendere in considerazione l’integrazione verticale di elementi critici lungo la catena del valore.

Dirimente la questione dell’impatto ambientale: quali sono le tecnologie che meglio possono aiutare ad abbattere i consumi energetici e quindi a rendere i data center più “green”?

In virtù della crescita sopra citata, la questione della sostenibilità è diventata ineludibile. La pressione per rendere i data center sostenibili è quindi elevatissima sia da parte governativa sia a livello entreprise Esg. Per raggiungere gli obiettivi energetici a zero emissioni di carbonio, i proprietari dei data center stanno firmando accordi di acquisto di energia (Ppa) con i fornitori di energia rinnovabile e nel frattempo alcuni hyperscalers stanno iniziando a finanziare la costruzione di impianti di energia rinnovabile a fronte dell’impennata dei prezzi causata dalla carenza di approvvigionamento. Nel Regno Unito, ad esempio, Amazon ha sostenuto il parco eolico di Scottish Power e sta acquistando l’intero parco eolico da 50 megawatt. Tuttavia, le energie rinnovabili presentato un problema di intermittenza. Una soluzione emergente sono i Ppa “24/7”, in cui parte della fornitura energetica è integrata da energia rinnovabile immagazzinata. Questi contratti, tuttavia, hanno prezzi più alti, anche perché le attuali tecnologie di stoccaggio sono costose. Le soluzioni di storage di lunga durata che utilizzano idrogeno e ammoniaca verde potrebbero diminuire i costi, ma queste tecnologie rimangono in una fase di sviluppo relativamente iniziale. Al di fuori dell’approvvigionamento energetico, l’industria sta facendo tutto il possibile per rendere più green i data center. Tra gli altri alcuni esempi sono: la riutilizzazione del calore, il liquid cooling, l’uso di strumenti AI per ottimizzare i consumi e migliorare il Pue (Power Usage Effectiveness), i sistemi di reporting delle emissioni anche alla luce della recente direttiva europea sull’efficienza energetica (Eed), che prevede un obbligo in tal senso per tutti i data center con potenze superiori a 500kW a partire da maggio 2024. Un’ulteriore opportunità di sostenibilità in chiave futura sarà data dal quantum computing. Se la diffusione del quantum computing all’interno dei data center dovesse crescere, potrebbe rivoluzionare il panorama della sostenibilità perché i computer quantistici consumano notevolmente meno energia rispetto ai processori convenzionali in termini di potenza di calcolo.

L’evento Data Center Nation riunirà a Milano stakeholder, esperti, rappresentanti istituzionali: un’occasione per fare il punto della situazione ma anche per tracciare la roadmap futura. Quali dovranno essere le priorità per il nostro Paese?

Data Center Nation sia a Milano sia nel resto dei nostri marcati emergenti, nasce per soddisfare l’esigenza di connettere l’ecosistema finanziario e tecnologico che ruota intorno a questa crescita esponenziale. Le priorità dell’ecosistema italiano, così come promosse dall’Italian Data Center Association (Ida) sono: la promozione della sostenibilità data center in tutte sue varie componenti, l’accesso all’energia e la permissistica per la realizzazione di nuove infrastrutture, la riconoscibilità del settore da parte dell’opinione pubblica e delle istituzioni e la formazione di personale. In questo quadro, ritengo fondamentale anche il supporto pubblico per l’attrazione di investimenti esteri data center in Italia. Per esempio, Data Center Nation sta collaborando fruttuosamente con Ita (Italian Trade Agency), per promuovere l’Italia come location preferenziale per investor provenienti dagli Emirati Arabi ed Arabia Saudita tra gli altri.

Per il lettori di CorCom che vogliono partecipare all’evento Data Center Nation è previsto uno sconto del 20% inserendo il codice CORCOM20 in fase di check out nella procedura di acquisto online. Il ticket è riservato esclusivamente agli end user e non ai vendor

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 5