IL CASO

Datagate, gli “occhi” dell’Nsa anche sui pc offline

Grazie al programma Quantum l’intelligence Usa avrebbe spiato dal 2008 anche i computer non connessi a Internet. Obama si prepara ad annunciare le nuove linee guida per la riforma dell’intero settore. Tra le novità, la probabile istituzione di un garante per la privacy

Pubblicato il 16 Gen 2014

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Grazie a “Quantum”, un programma in grado di spiare anche i computer non connessi alla rete ricorrendo alle onde radio, la Nsa è riuscita nel tempo, a partire dal 2008, a estendere i tentacoli dello spionaggio anche dove si pensava che non potesse essere possibile. A darne notizia è il New York Times, a pochi giorni da un atteso discorso del presidente Usa sulla sicurezza nazionale in cui ci si attende che Obama possa tracciare le nuove direttive per i serivizi di intelligence statunitensi dopo il clamore sollevato in tutto il mondo dal cosiddetto “Datagate”.

La Nsa, sostengono dal New York Times, controlla circa 100 mila pc nel mondo, dove potrebbe contare anche sull’installazione di un software che crea “un’autostrada digitale per lanciare cyber-attacchi”, fisicamente inserito nel computer da una spia, dalla casa costruttrice o inconsapevolmente dall’utente, che consente di acquisire o inserire dati controllati da remoto.

Il programma, secondo le fonti del quotidiano della grande mela, sarebbe già stato utilizzato con successo per inserirsi nelle reti militari cinesi e russe, oltre che nei sistemi della polizia messicana e dei cartelli della droga, di istituzioni commerciali nell’Ue, e di alleati nell’antiterrorismo, come Arabia Saudita, India e Pakistan.
“Le attività della Nsa sono concentrate e specificamente disposte contro, e solo contro, validi obiettivi di intelligence stranieri in risposta a specifiche necessità di intelligence – dichiara Vanee Vines, portavoce Nsa – Gli Usa non utilizzano l’intelligence per rubare segreti commerciali a aziende straniere per conto o per darle ad aziende americane per aumentare la loro competitività internazionale”.
Intanto, secondo le attese, nel suo intervento il presidente Obama potrebbe rendere pubbliche le raccomandazioni che gli sono giunte dalla task force di esperti che dalla scorsa estate lavorano agli scenari possibili per la riforma dell’intelligence. Ci si attende, tra le altre cose, una estensione della protezione della privacy anche ai non americani. Probabile inoltre che il presidente proponga l’istituzione di una sorta di “garante della privacy”, che potrà esprimersi prima che la segretissima Foreign Intelligence Sourveillance Court (Fisc) dia il via libera ai programmi della Nsa.
Sulla questione della conservazione dei dati, Obama, pur orientato a non modificare nulla, potrebbe interpellare nel merito il congresso per cercare una soluzione condivisa.

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