PRIVACY

Dati personali: il 55% degli italiani vorrebbe sbirciare nel telefono altrui

Un’indagine di Norton by Symantec rivela che il 62% dei consumatori ha informazioni molto personali sullo smartphone

Pubblicato il 18 Giu 2015

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Il 62% degli Italiani ha informazioni molto personali sui propri dispositivi mobili, il 55% vorrebbe sbirciare in quelli altrui. I consumatori sono ben lontani dall’adottare un approccio che assicuri la protezione dei loro dati personali: i dispositivi contengono una quantità significativa di dati e informazioni, anche file e foto di carattere “intimo”, ma il 65% degli intervistati in Italia ha ammesso di aver perso almeno un device mobile, rendendo accessibili a chiunque queste informazioni. I dati emergono da una ricerca di Norton by Symantec condotta su circa 3 mila intervistati in Italia, Francia e Spagna per capire quale sia la percezione nei confronti della protezione delle informazioni personali contenute sui propri dispositivi mobili.

Le strade e i mezzi di trasporto sono i luoghi in cui è più facile perdere un dispositivo, al quarto posto i bagni pubblici. Se il 65% degli intervistati italiani hanno già perso un dispositivo elettronico, in tutti e tre i Paesi in esame i luoghi in cui è più facile smarrire un telefono o tablet sono la strada o la metropolitana, seguiti dall’ufficio. Se il furto di uno smartphone è al quarto posto in Italia e Spagna (al quinto in Francia), la terza piazza della classifica dei luoghi in cui i consumatori perdono i dispositivi mobili (e i dati che contengono) è occupata dai bagni pubblici, in cui un intervistato su 6 ha perso almeno un dispositivo: questo significa che in media almeno una persona in ogni famiglia o sul luogo di lavoro ha vissuto un evento spiacevole di questo tipo.

Nell’Europa meridionale i consumatori utilizzano i propri dispositivi elettronici con grande regolarità, specialmente per controllare mail personali e professionali ma anche per attività sui loro social network: per l’80% degli italiani controllare le mail personali su uno smartphone o tablet è diventata una routine quotidiana, e il fenomeno riguarda il 60% di quanti controllano mail di lavoro. Un consumatore su cinque, inoltre, fa acquisti dal proprio dispositivo mobile almeno una volta a settimana.

Non sorprende quindi scoprire che informazioni molto personali finiscano nella memoria di questi dispositivi. Se perdere appunti e schede di memoria può essere molto fastidioso, perdere informazioni più personali può essere pericoloso. Un intervistato su cinque conserva i propri dettagli bancari sul suo dispositivo portatile, il 42% degli italiani ha memorizzato i propri dettagli di accesso ai social media, o in misura anche maggiore alla propria casella di posta elettronica (41%). Le conseguenze possono essere anche molto imbarazzanti, come sanno le celebrity al centro dell’attenzione durante la scorsa estate: il 62% degli italiani conserva immagini e video definiti “intimi” sul proprio smartphone.

Questo può essere reso ancora più fastidioso dal fatto che i consumatori si siano dichiarati curiosi per natura. Se il 55% degli intervistati italiani ha ammesso di poter utilizzare un telefono senza l’autorizzazione del proprietario, il 19% di loro lo farebbe per leggere messaggi e il 20% darebbe un’occhiata alle foto e ai video.

Se in media la metà degli intervistati considera lo smarrimento del proprio dispositivo mobile e dei dati che contiene come un possibile rischio e sono stati rilevati alcuni miglioramenti nella gestione della sicurezza dei dispositivi mobili (come la minore disponibilità a condividerli), meno di un intervistato su dieci ha sottoscritto una polizza di assicurazione contro il furto o lo smarrimento dei dispositivi. Molto interessante rilevare, però, che la protezione di dati confidenziali è al terzo posto tra gli elementi per i quali i consumatori sentono la necessità di una maggiore sicurezza, subito dopo i viaggi o i beni materiali.

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