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Dati “sporchi”, il tallone d’Achille dei data center evoluti



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Una nuova indagine rivela che oltre 215 miliardi di eventi mensili di informazione non autorizzate alimentano modelli di intelligenza artificiale, mettendo a rischio l’efficienza e la conformità delle infrastrutture digitali

Pubblicato il 9 mag 2025



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In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale (AI) e l’automazione si vanno confermando come i pilastri dell’innovazione tecnologica, la qualità dei dati su cui si basano queste tecnologie diventa cruciale. Tuttavia, una recente analisi di TeckNexus ha messo in luce un problema spesso trascurato: la proliferazione di “dirty data” nei data center, ovvero dati duplicati, incompleti o inaccurati, che compromettono l’efficacia dell’AI e dell’automazione.

Il problema dei “dirty data”

Secondo lo studio, oltre 215 miliardi di eventi mensili di dati non autorizzati vengono generati, alimentando modelli di AI con informazioni errate o incomplete. Questo fenomeno non solo riduce l’efficienza dei sistemi automatizzati, ma espone anche le aziende a rischi normativi significativi. Come evidenziato da Ketch, “l’efficacia dell’AI è tanto forte quanto la qualità dei dati da cui apprende”.

Impatto sull’efficienza operativa

La presenza di “dirty data” nei data center può portare a decisioni errate, inefficienze operative e costi aggiuntivi. Un’analisi di DZone sottolinea come dati imprecisi possano causare bias nei modelli di AI, aumentando i costi e introducendo rischi di conformità. Inoltre, la necessità di correggere o eliminare questi dati comporta ulteriori spese e ritardi nei processi aziendali.

Conseguenze normative e reputazionali

L’utilizzo di dati non autorizzati o inaccurati non solo viola le normative sulla privacy e la protezione dei dati, ma può anche danneggiare la reputazione aziendale. Le aziende che non gestiscono adeguatamente la qualità dei dati rischiano sanzioni legali e una perdita di fiducia da parte dei clienti. Come sottolineato da Forbes, “l’AI è solo buona quanto i dati utilizzati per addestrarla”.

Soluzioni e best practice

Per affrontare il problema dei “dirty data”, le aziende devono implementare strategie efficaci di gestione e pulizia dei dati. L’adozione di strumenti di data cleansing basati su AI può automatizzare il processo di identificazione e correzione dei dati errati. Come evidenziato da Adeptia, l’AI può rivoluzionare la pulizia dei dati, semplificando e accelerando il processo.

Inoltre, è fondamentale stabilire politiche di governance dei dati, garantendo che tutte le informazioni raccolte siano accurate, complete e conformi alle normative vigenti. La formazione del personale e la sensibilizzazione sull’importanza della qualità dei dati sono anch’essi elementi chiave per prevenire la generazione di “dirty data”.

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