FINANZA

Deezer, lo streaming audio debutta in Borsa

L’app francese concorrente di Apple Music e Spotify mira a raccogliere sul mercato finanziario di Parigi 300 milioni di euro. Il prezzo delle azioni sarà compreso tra i 36,4 e i 49,2 euro

Pubblicato il 15 Ott 2015

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Deezer conferma la propria intenzione di quotarsi alla borsa d Parigi. La società francese di musica in streaming debutterà sui listini dal 28 ottobre, ma le azioni saranno messe in vendita dalle 17 del 26 ottobre, a un prezzo compreso tra 36,4 e 49,24 euro.

L’obiettivo dell’azienda, spiega una nota, è di raccogliere almeno 300 milioni di euro, suddivisi in oltre 8,2 milioni di azioni, pari a una valutazione complessiva a un miliardo di euro circa. E’ la prima società di servizi streaming musicali che tenta la via della quotazione.
La quotazione potrà essere utile alla società francese per attrezzarsi contro concorrenti sempre più agguerriti, e che spesso dispongono di risorse finanziarie più importanti, a partire dalla new entry di giugno, Apple Music, e Spotify. Grazie allo sbarco sul listino di Parigi il servizio di musica in streaming potrebbe avere più capitale a disposizione per affrontare le sfida di un mercato difficile e dinamico come quello della musica. L’Ipo, secondo quanto aveva spiegato nei giorni scorsi il ceo Hans-Holger Albrecht, servirà alla società per espandere ulteriormente la propria offerta, arrivare a “una distribuzione più capillare coinvolgendo le telco e produttori di device”, oltre che per migliorare il prodotto e i contenuti.

La quotazione di Deezer è destinata ad aprire un nuovo capitolo nella storia dei servizi di musica in streaming, sulla loro sostenibilità e sui loro ritorni economici. Finora infatti lo streaming ha causato il crollo delle vendite dei Cd e dei singoli album digitali, fino a generare malcontento anche in alcuni artisti, insoddisfatti dalle royalties troppo basse offerte da Spotify & Co. Allo stesso tempo alcune tra le più grandi società che si occupano di streaming, a partire da Spotify, hanno i conti in perdita perché continuano a spendere per ingrandirsi, mentre “tirano la corda” con le etichette discografiche sui diritti. Situazione in cui rientra in pieno anche Deezer, fondata a Parigi nel 2007: il fatturato della casa madre, Blogmusik, è schizzato del 52% nel 2014 a 138 milioni di euro, ma senza generare utili, anzi registrando una perdita di 23 milioni di euro, proseguita con 11 milioni di euro nella prima metà del 2015, mentre il cash flow positivo è previsto al momento per il 2018.

Secondo i dati forniti dalla società, Deezer conta su 6,3 milioni di utenti a pagamento, su un catalogo di 35 milioni di brani ed è disponibile in più di 180 Paesi nel mondo, ma con una zoccolo duro di utenti in Francia, per un abbonamento mensile che costa 9,99 euro. Il grosso dei sottoscrittori a pagamento, in ogni caso, circa 4,8 milioni di persone, accedono al servizio grazie al contratto in bundle con il loro operatore, Orange, che insieme ad Access industries (la società del tycoon Len Blavatnik) e a tre etichette discografiche (Warner Music, Sony Music e Universal Music) è tra i principali investitori del progetto.

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