CONFINDUSTRIA DIGITALE

Def, Catania: “Auspichiamo in azioni esecutive per l’Agenda digitale”

Il neo-presidente di Confindustria Digitale: “L’ict è elemento imprescindibile di cambiamento”. E annuncia: “Presto sottoporrò a Squinzi un piano per la formazione digitale nelle imprese”

Pubblicato il 09 Apr 2014

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“Non posso che condividere l’approccio ad un riequilibro sociale delle risorse” ma “auspico che nel Documento economico finanziario la visione positiva dell’uso delle tecnologie digitali del premier Matteo Renzi trovi elementi esecutivi”. E’ il neo presidente di Confidustria Digitale, Elio Catania, ad affermarlo, commentando con l’Adnkronos il Def presentato dal Governo. “Non abbiamo ancora visione dei dettagli del documento ma auspico di trovare azioni esecutive” legate anche al grande programma dell’Agenda digitale, aggiunge Catania. Dal premier Renzi “il digitale è stato identificato come elemento di trasformazione, di cambiamento e le nuove tecnologie dell’Ict rappresentano il fondamentale strumento di trasformazione, competitività e sviluppo” per il Paese e per il sistema produttivo italiano, osserva Catania. “Abbiamo un gap di 25 miliardi di euro di investimenti annui in Ict rispetto alla media Ue a 28, colmare questo gap – sottolinea Catania – significherebbe aumentare il Pil di un punto percentuale annuo”.

Nelle prossime settimane Confindustria Digitale sottoporrà al presidente Giorgio Squinzi ed ai vertici di Viale dell’Astronomia un programma “per promuovere la formazione digitale nelle imprese, specie le pmi, per sostenere la trasformazione dei modelli organizzativi e rilanciare sulla competitività”, anticipa Catania.

“Sotto la mia presidenza vorrei rendere un servizio al Paese, spingendo su un programma di formazione per nuovi modelli di impresa – spiega Catania – Le aziende che operano grazie alle nuove tecnologie digitali hanno dimostrato di saper fronteggiare la crisi. Per questo come Confindustria digitale stiamo ultimando un programma che porterò ai vertici di Confindustria per una comune valutazione”.

Confindustria digitale lancia dunque al Governo la proposta di “incentivare le imprese che assumono giovani esperti digitali”. “Possono essere gli ‘evangelisti’, i portatori del nuovo ‘verbo ‘digitale’ nelle imprese” italiane, rendendole più competitive sui mercati – sottolinea – Si tratta di una visione per lanciare nuovi modelli di business e progetti di innovazione nelle pmi italiane con l’obiettivo di aumentarne la competitività attraverso la promozione dell’e-commerce, l’uso del web e dei pagamenti elettronici”.

Intanto la prossima settimana Assinform, associata di Confindustria digitale, firmerà domani un accordo di cooperazione con l’Agenzia per l’Italia digitale per realizzare una mappa delle competenze digitali esistenti nella Pubblica amministrazione ed una ricognizione delle nuove esigenze” per l’agenda digitale italiana.

Come Confindustria digitale, afferma Catania, “vogliamo affiancare la pubblica amministrazione sul piano tecnologico per sviluppare archivi comuni, interconnessioni e interoperabilità fra le diverse PA”.

“La pubblica ammnistrazione – osserva Catania – oggi si muove come tante isole che non comunicano fra loro”, ma per realizzare “i grandi progetti come l’identità digitale, la fatturazione elettronica, il fascicolo sanitario digitale” bisogna “rompere queste paratie”. Ma, piuttosto che guardare solo alle carenze ed al gap digitale che si riscontra nella pubblica amministrazione, Catania preferisce rilevare i “casi di eccellenza” come “la previdenza che è un benchmark nazionale” o il lavoro di quelle “Asl locali che hanno performance ottime”. Queste eccellenze, è l’esortazione del numero uno di Confindustria digitale, “vanno premiate perché sono un esempio”. “Se andiamo a vedere dietro questi esempi positivi troviamo sempre un leader che ha creduto nell’efficienza che deriva dall’innovazione”, conclude.

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