CAMERE E INNOVAZIONE - 16

Di Maio (Pd): “Credenziali uniche per tutti i servizi online della PA”

Il deputato: “Di innovazione si parla molto nei convegni, meno quando si tratta di proposte concrete. Se ogni istituzione e ogni ente ha un proprio portale con user name e password differenti i servizi in rete diventano meno fruibili di quanto potrebbero”

Pubblicato il 24 Apr 2014

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Pubblichiamo le opinioni dei deputati e dei senatori che hanno aderito all’intergruppo sull’Innovazione. Un insieme di eletti bipartisan che “fa gruppo” con l’obiettivo di sensibilizzare i Palazzi e indirizzare i provvedimenti esaminati da aule e commissioni per “rimettere il digitale al centro delle decisioni parlamentari”.

Risponde Marco Di Maio, classe 1983, eletto alla Camera a marzo 2013 nella lista del Partito democratico, è iscritto al gruppo parlamentare Pd. Fa parte della commissione Finanze e di quella Affari Costituzionali, della presidenza del Consiglio e Interni. Nel 2004 ha fondato il giornale online romagnaoggi.it, primo quotidiano di informazione in rete della Romagna, e dal 2009 al 2012 è stato presidente di Anso, l’associazione nazionale stampa online.

Onorevole Di Maio, perché ha aderito a questo intergruppo?

Sin dall’inizio della mia esperienza parlamentare mi sono accorto che in queste sale di innovazione si parla troppo poco, e che soprattutto la si pratica troppo poco. E’ una delle parole più abusate nei convegni, ma spesso nelle aule parlamentari si fa fatica a trovare l’interlocutore o gli alleati giusti. L’intergruppo può essere lo strumento per creare alleanze trasversali e sostenere insieme posizioni e proposte che vadano nella direzione di innovare il Paese.

Quali sono gli interventi prioritari su cui lavorerete?

Prima di tutto c’è da insistere tantissimo sulla diffusione degli open data in tutti i ministeri, per la lettura del bilancio pubblico, per favorire una maggiore trasparenza e accessibilità dei cittadini ai dati che riguardano la pubblica amministrazione. Poi insistere molto sull’innovazione come strumento per semplificare le procedure e i processi. Una prima cosa la votiamo oggi alla Camera con il decreto lavoro, la smaterializzazione del Durc, il documento unico di regolarità contributiva, che finalmente andrà richiesto soltanto online ed emesso in tempo reale. Cose di questo tipo possono essere replicate per tante procedure che riguardano i cittadini. E infine, anche se può sembrare utopico, serve un’unica piattaforma di tutti i servizi online della PA, dal livello nazionale a quello locale, con un’unica coppia di credenziali d’accesso che potrebbero essere il codice fiscale e una password. Altrimenti rischiamo che ogni ente abbia il proprio portale con i propri dati di accesso, e che i servizi diventino meno fruibili di quanto potrebbero essere.

Lei fa parte della Commissione Finanze. Come potete intervenire per “innovare” il Paese?

Nella delega fiscale, lavoro di cui siamo orgogliosi per questo anno di attività parlamentare, ci sono molti riferimenti alla diffusione della moneta elettronica, alla digitalizzazione delle procedure per il pagamento dei tributi, all’utilizzo delle nuove tecnologie per il contrasto all’evasione e all’elusione fiscale, alla fatturazione elettronica che è ormai instradata. Su questo attendiamo i decreti attuativi del Governo per capire come sarà meglio muoverci. Anche quello della web tax è un tema che l’Italia deve affrontare e deve avere la forza di porre in Europa. Finché non avremo una posizione chiara e definita come Paese non avremo nemmeno l’autorevolezza di porla come punto all’attenzione di Bruxelles.

L’intergruppo riunisce ormai più di 50 deputati e senatori da diversi schieramenti politici. Qual è il valore aggiunto?

In questo momento dobbiamo cercare di concretizzare il potenziale valore aggiunto di questa iniziativa costruendo insieme proposte. L’essere trasversali ci consente di instillare in ogni ambiente, dai gruppi alle commissioni, una maggiore dose di sensibilità verso l’innovazione.

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