IL CASO

Digital Champions addio, nasce il movimento dei campioni digitali

Via allo scioglimento dell’associazione. Si punta a realizzare una grande community di volontari per la diffusione della cultura dell’innovazione. Basterà firmare il manifesto europeo

Pubblicato il 18 Gen 2016

F.Me

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I Digital champions (DC) italiani cambiano pelle. Non più una associazione privata ma un movimento. Lo ha deciso l’assemblea dei DC che si è riunita a Roma lo scorso sabato. Il motivo? “Diventare un grande network aperto dell’innovazione – spiega Riccardo Luna in un’intervista rilasciata a CorCom – non un partito ma una grande rete di volontariato diffiso che scende in campo per fare l’Italia digitale, partendo dal basso”.

I Digital Champions sono una figura istituita nel 2012 dalla Commisione Europea. Ogni campione digitale, nominato dal singolo paese, agisce localmente ma fa parte del Digital Champions Expert Group. Il loro scopo è supportare le istituzioni nazionale (coordinandosi con le politiche comunitarie) nei processi di digitalizzazione.

Dal 2012 ad oggi l’Italia ha avuto 4 Digital Champions (Roberto Sambuco, Agostino Ragosa, Francesco Caio e l’attuale Campione Riccardo Luna). Fino ad oggi sono 1584 i Digital Champions operanti su tutti il territorio nazionale; di questi 101 si erano riuniti in un’associazione.

I primi cento erano stati nominati dallo stesso Luna nel novembre 2014 con il compito di “aiutare i cittadini Ue a diventare digitali”. In quell’occasione Luna aveva ha deciso di puntare sulla localizzazione: nel suo sito http://digitalchampions.it/ aveva indicato i primi 100 campioni digitali disseminati per il Paese, con tanto di funzione di search (“trova il Campione più vicino”).

Nella lista, solo per fare qualche nome, figuravano Giovanni Menduni, docente del Politecnico di Milano ed ex responsabile delle politiche di sostenibilità ambientale e innovazione del Comune di Firenze; Davide Dattoli, giovane fondatore della rete di coworking Talent Garden; Andrea Stroppa, giovane esperto di informatica; Ernesto Belisario, avvocato esperto di digitale; Mauro Del Rio, fondatore di Buongiorno; Carlo Mancosu, uno dei volti della startup Sardex; Cosimo Palmisano, fondatore di Ecce Customer, Guido Scorza, avvocato esperto in digitale e molti altri. C’è anche Cesare Cacitti, 15enne già ideatore di una sua particolare stampante 3D, lo startupper Antonio Scarnera, anche lui un teenager, e la blogger Valeria Cagnina (13 anni).

Tre gli obiettivi dei Dc: essere una sorta di help desk per gli amministratori pubblici sui temi del digitale; muoversi come difensori del cittadino in caso di assenza di banda larga, wifi ed altri diritti negati; promuovere, anche con il ricorso al crowdfunding, progetti di alfabetizzazione digitale, dai bambini ai nonni. Oggi gli obiettivi restano validi ma cambia il modo di raggiungerli: più inclusivo, più diffuso, più agile. Perno dell’azione? Il volontariato: tutti, firmando il manifesto dei DC europei che sarà pubblicato domani, potranno diventare campioni digitali.

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