Operativa la nuova Garanzia Futuro di Sace per il supporto alla digitalizzazione e internazionalizzazione delle imprese italiane. Intesa SanPaolo e Unicredit e e il gruppo finanziario-assicurativo controllato dal Ministero dell’Economia hanno rafforzato le partnership esistenti siglando un ulteriore accordo che consente alle due banche di mettere immediatamente la nuova misura a disposizione delle imprese, potenziando in tal modo il supporto al sistema produttivo.
Garanzia Futuro, cos’è e come funziona
Garanzia Futuro è la nuova garanzia Sace, veloce, facile e digitale, dedicata all’ecosistema delle imprese italiane ed in particolare alle pmi e alle filiere strategiche, che rappresentano il cuore del Piano Industriale “Insieme 2025 “di Sace, a supporto dei loro investimenti in Italia e all’estero, in innovazione tecnologica e digitalizzazione e infrastrutture.
La garanzia, con una percentuale di copertura pari al 70%, è abbinabile a finanziamenti a medio/lungo termine con importo in linea capitale fino a 50 milioni di euro e durata massima di 20 anni.
I prestiti potranno essere destinati a finanziare sia le spese da sostenere che i costi già sostenuti non oltre i 18 mesi antecedenti alla data della richiesta di finanziamento.
Gli investimenti finanziabili
L’iniziativa consentirà di sostenere gli investimenti sui filoni strategici di crescita del Paese, in coerenza con le missioni del Pnrr nonché lo sviluppo sui mercati globali, da parte di società di capitali, pmi e non pmi, anche in forma cooperativa, con sede legale o secondaria in Italia.
Le progettualità delle imprese italiane che potranno essere finanziate grazie a Garanzia Futuro sono legate ad operazioni di rilievo strategico per l’economia italiana sotto i profili dell’internazionalizzazione, della sicurezza economica o dell’attivazione di processi produttivi e occupazionali in Italia. In particolare, sono finanziabili gli investimenti in Italia per la realizzazione di infrastrutture prioritarie, sociali, energy, idriche o digitali; in aree economicamente svantaggiate; per l’innovazione tecnologica e digitale; per le filiere strategiche; per la riduzione del rischio sismico o idrogeologico; per l’imprenditoria femminile.