MONTECITORIO

Digitale, Soro: “Non basta investire sulle reti, la sfida è sulla sicurezza”

Il Garante per la Privacy in audizione alla Camera: “Se la società non protegge i dati non protegge se stessa”. Sulla Sanità: “In questo campo le vulnerabilità sono ancora più pericolose: la salute si promuove anche tutelando le informazioni sui pazienti”

Pubblicato il 08 Mar 2016

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Concentrare gli investimenti sulle infrastrutture di rete e non destinare una parte delle risorse a disposizione per la sicurezza potrebbe essere un grave errore. A sottolinearlo è il garante per la Privacy Antonello Soro, che in mattinata è stato ascoltato in audizione dalla commissione Affari sociali della Camera. “Un anno e mezzo fa un importante centro di ricerca italiano ha analizzato il livello di protezione dei dati nei vari ambiti locali, e le Asl stavano in fondo, erano quelle in cui il livello di protezione era più basso – ha sottolineato Soro – Da questo si parte per ragionare sul che fare: se la società digitale non protegge i dati non protegge se stessa. Pensare che questo possa essere fatto senza investimenti, pensare che l’autorità garante venga considerata residuale è un errore gravissimo. Il paese deve capire – conclude Soro – che la partita della digitalizzazione non può essere fatta privilegiando gli investimenti sul piano delle infrastrutture, facendolo diventare solo un tema da business“.

Poi Soro si è concentrato sul tema dei dati sanitari e sulla salute dei cittadini: “E’ fuori discussione che la trasformazione vada incoraggiata – ha spiegato – come ineludibile fattore di sviluppo e modernizzazione, oltre che per il miglioramento della sanità, ma va governata con molta attenzione perché coinvolge categorie di dati personali fra i più delicati, meritevoli di tutela rafforzata. I dati sanitari, se illecitamente trattati o rubati espongono l’interessato a forme di discriminazione, perdita, sottrazione, alterazione e abuso, rendere vulnerabili le banche dati viola la persona ma soprattutto la debolezza del dato sanitario rischia di determinare errori diagnostici o terapeutici con conseguenze letali“.

Si tende a considerare la protezione dei dati personale come un dato residuale, o addirittura un ostacolo, ma la vulnerabilità del dato significa vulnerabilità delle persone. Per cui nella transizione a sanità digitale la frammentazione, la mancanza di sicurezza sono ancora più pericolose che ogni altro settore. La carenza di sicurezza dei dati può essere malasanità, e la protezione dati è fattore di promozione della salute”.

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