SENTENZA UE

Diritto all’oblio, Google inizia a rimuovere i link “sgraditi”

Migliaia le richieste inviate dai cittadini europei dopo la sentenza Ue. BigG ha aggiornato la sua infrastruttura per sostenere le domande e inserito un avviso sui risultati di ricerca eliminati

Pubblicato il 26 Giu 2014

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Dopo la sentenza sul diritto all’oblio della Corte di Giustizia europea, Google ha già cominciato a rimuovere i risultati delle ricerche su alcune delle persone che in Europa hanno fatto richiesta di eliminare determinate informazioni che le riguardano. Come riporta il Wall Street Journal, Google ha però anche aggiunto un disclaimer a tutte le ricerche relative ai nomi di queste persone in cui avvisa che i risultati “potrebbero essere stati rimossi”.

L’avviso (“Some results may have been removed under data protection law in Europe”) viene aggiunto tramite un algoritmo alle ricerche legate al nome della persona che ha fatto appello al suo diritto all’oblio ed è posto in fondo alle pagine di ricerca. Appare però solo nelle ricerche di Google condotte dall’Europa; come più volte è stato fatto notare, le stesse ricerche, sulle stesse persone, condotte dalle versioni non europee di Google, mostreranno i risultati che in Europa sono rimossi.

Viene così applicata la sentenza della Corte di Giustizia europea che aveva determinato che è responsabilità di Google eliminare i risultati di ricerca vecchi o “irrilevanti”. Il commissario Ue alla Giustizia Viviane Reading ha lodato la sentenza definendola una “chiara vittoria per la protezione dei dati personali degli europei”, ma altri hanno espresso perplessità sulla sua effettiva implementazione e timori di comportamenti che aprono le porte alla censura online.

Sul sito The Verge, Google lo scorso mese ha descritto la decisione come “deludente per i motori di ricerca e gli editori online in genere”, ma il colosso americano ha prontamente rispettato la sentenza. Il 30 maggio, infatti, Google ha avviato un servizio con cui i cittadini europei possono richiedere che certi link siano rimossi dalle ricerche sul loro nome; le richieste vengono esaminate dallo staff di Google e non da algoritmi.

Oggi Google spiega al Wall Street Journal che ha aggiornato la sua infrastruttura tecnica per procedere alla rimozione dei risultati in base alle richieste e che i cittadini le cui richieste vengono evase sono avvisati di volta in volta tramite email.

“Questa settimana stiamo iniziando a mettere in atto le rimozioni dei risultati secondo le richieste ricevute”, ha detto il portavoce di Google. “Si tratta di una novità anche per noi. Ogni richiesta va valutata singolarmente e stiamo cercando di lavorare il più rapidamente possibile per smaltire la coda”. Nei primi giorni dopo la comparsa del modulo per la richiesta di essere cancellati, Google ha ricevuto 41.000 richieste da cittadini europei; è presumibile che ora siano molte di più.

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