IL CASO

Doppia tegola antitrust su Apple: nel mirino musica in streaming e app

Su denunucia di Spotify la Commissione Ue pronta ad aprire un’inchiesta sulle limitazioni dei servizi concorrenti sullo store di Cupertino. Il regolatore Uk indaga sull’imposizione di condizioni inique agli sviluppatori di app

Pubblicato il 05 Mar 2021

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Doppia Tegola Antitrust per Apple: sia la commissione Ue sia il regolatore Uk si appresta a mettere formalmente sotto accusa Cupertino, seppure per motivi diversi. Bruxelles mette nel mirino la Mela per aver distorto la concorrenza nello streaming di musica. Lo riporta il Financial Times citando alcune fonti, secondo le quali l’indagine Ue partita da una denuncia della piattaforma di musica online rivale Spotify sta per essere conclusa.

Nell’aprile del 2019, la svedese Spotify aveva denunciato Apple all’Antitrust Ue per aver limitato l’accesso ai servizi di streaming musicale dei rivali e imposto una royalty del 30% agli sviluppatori di app.

Secondo quanto riporta il quotidiano della City, Bruxelles è ora pronta ad accusare formalmente l’azienda di Cupertino per aver abusato del controllo sulle app sul suo Store. I regolatori europei ritengono infatti che le pratiche di Apple possano incidere sui consumatori impedendo loro di accedere a una scelta più ampia e a prezzi più bassi. Tuttavia, “potrebbero passare ancora alcuni mesi” prima che l’Antitrust Ue proceda con le accuse formali, precisa il Ft, sottolineando che la decisione è destinata a riaccendere le tensioni con la Silicon Valley.

Intanto anche l’Antitrust del Regno Unito ha annunciato di avere aperto un’indagine su Apple per l’imposizione di condizioni inique agli sviluppatori di app. L’Autorità per la concorrenza e i mercati cercherà di capire se Apple mantiene una stretta letale sul mercato delle app attraverso il proprio App Store, abusando della sua posizione di gatekeeper per i servizi mobili su iPhone.

Apple prende una commissione del 30% sulla maggior parte degli acquisti digitali tramite l’App Store, scendendo al 15% per alcuni abbonamenti. Gli sviluppatori hanno detto alla Cma (Competition and Market Authority) che Apple stava imponendo loro termini e condizioni inique in cambio della vendita delle loro app ai clienti tramite l’App Store, che rimane l’unico mercato per iPhone e iPad.

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