Dossier illegali, archiviata l’accusa di corruzione per Tronchetti Provera

E il giudice per le indagini preliminari di Milano, su richiesta della Procura, fa cadere anche la contestazione per associazione a delinquere

Pubblicato il 21 Mag 2014

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Archiviate le accuse di associazione per delinquere e corruzione internazionale che erano state mosse nei confronti del presidente di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, nell’ambito di un filone dell’inchiesta sui cosiddetti dossier illegali fabbricati dalla security di Telecom quando era guidata da Giuliano Tavaroli. La decisione è stata presa dal gip di Milano, su richiesta del pm Alfredo Robledo.

Ad anticipare la notizia è stato oggi il Corriere della Sera. Le accuse riguardavano alcune consulenze milionarie pagate da Telecom, quando al vertice c’era Tronchetti Provera, a due mediatori brasiliani per fatti che risalgono a un periodo che va dal 2004 al 2006.

Per il gip Giuseppe Gennari, “è carente la ricostruzione certa della destinazione a fini di corruzione”. Nei confronti di Tronchetti Provera erano state già archiviate in passato altre accuse relative a tranche dell’inchiesta sui cosiddetti dossier illegali, mentre nel luglio 2013 l’ex numero uno di Telecom era stato condannato a un anno e 8 mesi per ricettazione, pena poi sospesa e coperta da indulto. Rimane un’altra tranche delle indagini, per la quale devono essere calendarizzate le udienze del processo d’appello.

Nella richiesta di archiviazione si attesta “l’assenza di elementi di prova tali da poter sostenere in coinvolgimento dell’indagato”. “L’utilizzazione dei dati relativi al traffico storico di utenze Tim attinti tramite l’applicativo Radar o altre criticità del sistema, si ritiene debba essere ad oggi intesa come illecito sfruttamento, da parte di Tavaroli, di criticità già esistenti” sottolinea la Polizia Postale in una nota riportata nella richiesta di archiviazione. “Il management insediatosi in Telecom dopo l’acquisizione del controllo da parte della Pirelli aveva ereditato una gestione carente della rete”, continua Robledo nella sua relazione, che registra come ci fosse in Telecom “una significativa e preoccupante assenza di attenzione verso le problematiche della sicurezza. Assenza però che va riportata molto tempo addietro nel tempo, nell’ambito delle due aziende collegate al fisso e al mobile. Non si è avuto cioè il riscontro di un momento di inversione di tendenza nella gestione della sicurezza, sia in senso positivo che in senso negativo”

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