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Droni, le nuove regole aprono le danze delle startup

Le norme sono in grado di incentivare l’utilizzo per scopi commerciali dei veivoli. Un nuovo mercato che potrebbe valere un miliardo di dollari

Pubblicato il 20 Set 2015

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Droni e startup, con le nuove regole il connubio può rivelarsi vincente. L’aggiornamento del Regolamento per il volo dei droni civili pubblicato a luglio dall’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) e operativo dal 15 settembre, contiene una serie di norme che potrebbero dare ulteriore impulso al settore, già in fase di espansione in Italia e all’estero. Secondo la Consumer Electronic Association (Cea) degli Stati Uniti, il mercato vale nel mondo circa un miliardo di dollari e “sta solo aspettando di decollare”.

In base al Regolamento, per la prima volta in Italia gli operatori di droni professionali autorizzati Enac potranno usare i loro mezzi per volare anche sopra i centri urbani e le città, a patto di non sorvolare “assembramenti anomali di persone”, per esempio cortei o manifestazioni. La norma, a detta degli esperti, è in grado di incentivare l’utilizzo per scopi commerciali dei Sapr (Sistemi aeromobili di pilotaggio remoto) o Unmmaned Aerial Vehicles (Uav) che dir si voglia.

Altra novità rilevante contenuta nel Regolamento – versione rivista e aggiornata del primo regolamento italiano in assoluto sui Sapr emanato oltre un anno fa – è la possibilità di utilizzare i droni per il trasporto di merci pericolose, previa autorizzazione dell’Enac.

Sono inoltre stati adottati nuovi criteri per la selezione delle scuole di pilotaggio di droni. A tutt’oggi ce ne sono circa 90 e finora tutti i piloti in possesso di una licenza Enac erano autorizzati a insegnare nelle scuole di pilotaggio di droni. Le nuove regole consentono l’insegnamento della materia solo a seguito di una specifica formazione relativa agli unmanned vehicles.

Non sono state modificate invece le sanzioni in tema di violazione della privacy dei cittadini: il trattamento illecito di dati personali prevede la reclusione fino a 3 anni, mentre per il reato di interferenze illecite nella vita privata (ad esempio se il drone riprende immagini all’interno di un privato domicilio) c’è la reclusione da sei mesi a quattro anni.

Per quanto riguarda infine gli appassionati, ovvero gli aeromodellisti, nel nuovo regolamento è previsto che sui loro droni usati per scopi ludici non possano essere installate videocamere professionali. Grazie alle nuove regole potrebbero nascere nuove startup, per esempio nel comparto audiovisivo, dove varie realtà imprenditoriali già mettono i propri Sapr al servizio di registi e operatori cinematografici per riprese aeree. Diffuso è poi l’utilizzo dei velivoli per sorvolare il territorio ed eseguire missioni di rilevamento dati quali monitoraggio della qualità dell’aria, analisi all’infrarosso ecc. ecc. Una startup impegnata in queste attività è Aerodron, fondata a Parma dall’ingegner Giorgio Ugozzoli, sulla quale ha investito anche b-ventures (acceleratore d’impresa nato all’interno di Buongiorno). Di recente Ugozzoli, 69 anni, ha conquistato il Premio Lamarck Giovani Confindustria dedicato alle neo imprese più interessanti.

Anche le startup che si occupano di consegne a domicilio potrebbero in futuro trarre beneficio dalle nuove regole. Tempo fa Jeff Bezos, ceo di Amazon, annunciò come imminente l’utilizzo di droni per consegne pacchi casa per casa. In realtà il processo è ancora in fieri. Uno dei nodi da sciogliere è l’affidabilità dei sistemi di sicurezza dei droni. Dai risultati della prima indagine condotta in Italia su questo argomento dalla Fiapr (Federazione Italiana Aeromobili a Pilotaggio Remoto) la causa di incidente più frequente (63%) resta il fattore umano, come negli altri settori dell’aviazione dove si arriva però al 78%. Nei droni il 23% delle interruzioni di volo sono causate da errore di pilotaggio e solo il 14% da guasti hardware (manutenzione e assemblaggio non corretti). In ogni caso sembra evidente a molti che l’attesa espansione del settore Sapr potrà dare impulso indiretto anche al comparto assicurativo.

Ovviamente non saranno solo le startup a beneficiare del nuovo Regolamento. Alcune grandi realtà aziendali sono già all’opera: tra queste Enel, che sta utilizzando droni per ispezionare l’interno delle grosse caldaie degli impianti termoelettrici, evitando così di ricorrere a complesse impalcature e riducendo i costi. Insieme a Eni, Rete Ferroviaria Italiana e Vodafone, Enel partecipa a settembre a una tavola rotonda di Dronitaly 2015, evento annuale dedicato ai droni professionali italiani. Una conferma del fatto che il fenomeno non è più confinato in una nicchia imprenditoriale.

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