IL DIBATTITO

E-commerce, ancora da sciogliere il nodo delle commissioni interbancarie

La patata bollente finirà nelle mani del prossimo Parlamento Ue: all’esame l’ipotesi di unificare i costi all’interno dell’Unione. Ma non è detto che sia la soluzione migliore per spingere lo shopping online

Pubblicato il 04 Feb 2014

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L’intero dossier è oggi in discussione alla commissione Affari economici e monetari del parlamento Europeo, e il dibattito in seduta plenaria sarà calendarizzato tra le sedute del nuovo Consiglio che scaturirà dalle elezioni di maggio, come anticipato dal portavoce del Parlamento Ue Jaume Duch. Secondo le previsioni più accreditate potrebbe approdare in aula alla fine del 2014, quindi allo scadere della presidenza di turno italiana, e per vedere la luce slitterà con ogni probabilità alla presidenza successiva.La proposta di revisione della direttiva oggi in vigore e il regolamento sulle commissioni interbancarie erano state presentate pubblicamente a luglio 2013 dai commissari Michel Barnier (Mercato interno) e Joaquin Almunia (Affari economici e monetari).

Il nodo più importante attorno al quale la discussione è aperta e serrata è proprio quello sulle commissioni interbancarie, che secondo quanto proposto dalla Commissione dovrebbero essere uniformate allo 0,2-0,3% su tutto il territorio comunitario. Ma sullo sfondo ci sono tutte le nuove esigenze di un settore, come quello dell’e-commerce, destinato sempre più ad attraversare le fontiere. La proposta sull’abbassamento delle commissioni interbancarie, il “prezzo” cioè pagato dal negoziante che decide di accettare pagamenti con i circuiti delle carte di credito, ha incontrato e continua a incontrare resistenze e perplessità trasversali, da quelle degli addetti ai lavori a quelle di una parte delle associazioni di tutela dei diritti dei consumatori. Proprio a questo argomento è stata dedicato nei giorni scorsi un workshop organizzato da EurActiv.it e ospitato dalla rappresentanza in Italia della Commissione europea: “Il futuro dei servizi di pagamento in Ue e in Italia”. Alla tavola rotonda hanno partecipato l’europarlamentare croato Marino Baldini, Rita Camporeale, responsabile dell’ufficio Sistemi e servizi di pagamento dell’Abi, Stefano Da Empoli, presidente di I-Com, che al tema ha dedicato uno studio, Massimo Doria, titolare della divisione Strumenti e servizi di pagamento al dettaglio, servizio supervisione sui mercati e sul sistema dei pagamenti della Banca d’Italia, Maria Pia Giovannini, dirigente dell’area Regole, standard e progetti innovativi dell’Agenzia per l’Italia digitale, Antonio Longo, presidente del Movimento difesa del cittadino, Piero Crivellaro, business leader public policy southern Europe per MasterCard Worldwide e Anguel Beremliysky per la rappresentanza in Italia della Commissione Ue. A moderare la discussione Giampiero Gramaglia (nella foto), direttore di EurActive.it.

In difesa della proposta Ue Marino Baldini, che ha sottolineato come la linea decisa dalla Commissione sia già frutto di una mediazione, e che il passare del tempo potrebbe portare anche a una posizione ancora più rigida.

“L’esperienza che ci riguarda più da vicino è quella della Spagna, che ha parametri molto paragonabili all’Italia – afferma Stefano Da Empoli, illustrando i risultati di uno studio di I-Com su questo tema – I minori costi per i commercianti e i costi più alti per le banche non si sono tramutati in benefici per i consumatori. Ci sembra che ci siano dei rischi derivanti dall’applicazione della proposta dell’Unione europea, perché la diminuzione dei costi per i consumatori ci sembra non così scontato”.

“Proporremo un manifesto opponendoci a questa iniziativa insieme ad associazioni di tutela dei diritti dei consumatori in tutta Europa – commenta Antonio Longo per Mdc -. L’anello più debole è il consumatore finale, che deve essere tenuto al riparo da ulteriori aumenti dei costi. Da una nostra indagine su un campione di mille cittadini italiani emerge che costi più alti comporterebbero la fuga dalle carte di credito: il 40% sarebbe pronto a rinunciare alla carta di credito in presenza di condizioni meno convenienti”. “Le proposte della commissione – conclude Longo – rischiano di tradursi in un aggravio dei costi per i cittadini. Noi siamo favorevoli alla semplificazione, anche per combattere l’economia in nero, ma non vogliamo che le conseguenze si ripercuotano sui consumatori”.

Secondo Piero Crivellaro “non si può guardare soltanto ai costi, ma anche ai vantaggi, analizzando l’aspetto positivo delle carte di credito. E c’è da considerare che dove sono diminuite le commissioni non sono aumentate le transazioni”. Rita Camporeale ha puntato sulla proposta di “sviluppare una metodologia di analisi dei livelli delle commissioni interbancarie in Europa, dal momento che non c’è ancora uno studio consolidato di impatto serio”, mentre Massimo Doria ha sottolineato la “rilevanza istituzionale dell’argomento rispetto ai temi del mercato unico e del mercato unico digitale”.

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