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E-commerce, l’Antitrust alza il tiro: stop alle vendite se il prodotto non è disponibile

Scatta il provvedimento cautelare nei confronti della Tecnomaster.Biz che incassava per beni non pronti per la consegna. L’authority guidata da Giovanni Pitruzzella: “Intervento inquadrato in una più ampia strategia che punta a assicurare il corretto ed equilibrato sviluppo del settore”

Pubblicato il 30 Apr 2018

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E-commerce, stop alla vendita di prodotti che non sono in magazzino. E che non possono comunque essere procurati al cliente. Lo stabilisce l’Antitrust che emette un provvedimento cautelare nei confronti della Tecnomaster.Biz: il sito (tecnomaster.biz) dovrà sospendere ogni attività di vendita di prodotti non disponibili e di addebito anticipato per beni che non risultano in giacenza nei magazzini o che non siano comunque pronti per la consegna. Tecnomaster.Biz ha a disposizione 10 giorni di tempo per comunicare l’avvenuta esecuzione.

L’intervento, dice l’authority, “si inquadra in una più ampia strategia volta ad assicurare il corretto ed equilibrato sviluppo delle vendite online anche attraverso l’organica repressione di fenomeni quali la mancata consegna della merce ordinata e regolarmente pagata dai consumatori, l’ostacolo al rimborso – ove richiesto – nonostante numerosi reclami e la divulgazione di informazioni false e contradditorie in merito al reale stato degli ordini di acquisto nonché alle effettive tempistiche di consegna degli stessi“.

Nel mirino per lo stesso tipo di pratiche sono finiti recentemente anche Rocket, Phone e Infotel che operano rispettivamente attraverso i siti triveo.it, moontech.it e infotelitalia.com.

Nell’ambito del monitoraggio organico sul settore dell’e-commerce si registrano nell’ultimo triennio 56 procedimenti, 18 dei quali – relativi ai casi più gravi –  si sono conclusi con l’accertamento delle violazioni contestate e l’irrogazione di  sanzioni per complessivi 3.100.000 mentre per 4 società, nei confronti delle quali erano stati ipotizzati illeciti meno gravi, l’Autorità ha accettato e reso obbligatori gli impegni presentati. Infine 34 operatori, aderendo all’invito dell’Autorità a superare carenze rilevate dall’esame dei rispettivi siti internet, sono intervenuti modificando i contenuti informativi degli stessi in modo da renderli conformi alle previsioni del Codice del Consumo.

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