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E-commerce, le imprese europee frenate dalla burocrazia

Accenture: il 68% delle aziende considera il commercio elettronico strategico per la crescita del business, ma l’eccessiva regolamentazione fiscale ostacola l’applicazione: “Più flessibili le procedure di acquisto online”

Pubblicato il 19 Gen 2012

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L’e-commerce convince le aziende europee. A dirlo uno studio condotto da Accenture, un quarto dei retailer europei ritiene di poter aumentare del 25% le proprie entrate migliorando le vendite online oltre il confine del proprio Paese mentre i due terzi (68%) considerano l’espansione del commercio elettronico una strategia prioritaria per la crescita. Di contro pero le stesse imprese faticano a destreggiarsi tra le varie leggi, regolamenti e pratiche locali.
Tra le principali difficoltà riscontrate le leggi sulla resti restituzione della merce, la cui diversità nei singoli stati, rappresenta un ostacolo per il 47% delle imprese e la difficoltà a gestire efficientemente dei resi merce (44%).

Un freno è rappresentato anche dai costi legati all’osservanza delle diverse norme nazionali in materia di transazioni commerciali con i consumatori, quali la vendita a distanza o il trasferimento di dati (42%) noncho le diverse leggi sul lavoro (42%) e normative fiscali (42%). Infine il rispetto delle diverse aliquote Iva (34%) e la differenze tra le leggi in materia di imballaggio ed etichettatura (38%).

"L’e-commerce in Europa offre una grande opportunità di crescita ai retailer, tuttavia per coglierla è necessario concentrarsi sulla creazione di modelli operativi innovativi e a basso costo che combinino l’agilità e la flessibilità delle procedure di acquisto online, con la forza del marchio e la convenienza di punti vendita fisici – spiega Janet Hoffman, Responsabile Accenture Retail Practice a livello mondiale – Cominciamo a vedere i retailer spostarsi da una posizione difensiva, volta a proteggere la propria quota di mercato e sfruttare le possibilità offerte dal mercato domestico, a una posizione più aggressiva finalizzata a cogliere le nuove opportunità commerciali che emergono in Europa”.

Una relazione della Commissione europea del 2011 indica infatti che già il 40% degli acquirenti dell’Unione europea utilizza internet per acquistare beni e servizi1, una propensione confermata dallo studio di Accenture. In particolare più di tre quarti (76%) dei retailer intervistati rileva una maggior propensione alla spesa nei clienti che utilizzano più canali di acquisto, anziché uno solo.

"I consumatori europei si stanno digitalizzando sempre più: utilizzano smartphone e social network e hanno accesso a livelli di informazioni senza precedenti -sottolinea Juan Manuel Rebollo, responsabile di Accenture retail practice in Europa, Africa e America Latina – I migliori retailer sempre più investono in tecnologia per gestire efficacemente le differenze dei mercati in Europa. Questo investimento giocherà un ruolo cruciale per superare le difficoltà operative, normative e legali che li aspettano".

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