IL SONDAGGIO

E-gov, in Europa cresce l’offerta di servizi digitali. Ma non in Italia

E’ quanto emerge dall’edizione 2019 del GovBarometer a firma di Sopra Steria e Ipsos, che per la prima volta include anche il nostro Paese. Pompili: “La parola d’ordine è competenza e le aziende possono fare molto per supportare il pubblico con strumenti e progetti ad hoc”

Pubblicato il 15 Nov 2019

Enzo Lima

prima da mettere

Qual è la percezione i cittadini europei sulla trasformazione digitale del servizio pubblico? Quali sono i servizi più conosciuti? E cosa ne pensano a proposito della tutela dei dati? È a queste domande che risponde l’edizione 2019 del GovBarometer, il sondaggio realizzato da Sopra Steria Group in collaborazione con Ipsos, che ha coinvolto oltre 6000 cittadini di 6 nazioni europee: Francia, Germania, Norvegia, Inghilterra, Spagna e per la prima volta Italia.

“In Italia, c’è ancora molto da fare: l’indice Desi (2019) che misura la digitalizzazione dell’economia e della società mette il nostro Paese al 24mo posto fra i 28 Stati membri dell’UE. L’approccio non può essere unilaterale, imprese e istituzioni devono lavorare insieme per il progresso del Paese. La parola d’ordine è competenza e le aziende possono fare molto per supportare il pubblico con strumenti e progetti ad hoc.” ha commentato Stefania Pompili, Amministratore delegato di Sopra Steria Italia nel presentare i risultati del sondaggio a Parigi in occasione del GovTech Summit – evento patrocinato dalla Repubblica francese.

Digitale, si riduce il gap fra servizi pubblici e privati, ma non in Italia

Il GovBarometer di quest’anno ha confermato che i cittadini intervistati si aspettano che i servizi pubblici digitali soddisfino maggiormente le aspettative, ma allo stesso tempo riconoscono che il divario tra l’offerta digitale del settore pubblico e quella del privato sia diminuita, in quanto quest’ultima detta lo standard da seguire. In controtendenza, l’Italia e la Germania sono le due nazioni che evidenziano un netto vantaggio del privato rispetto al pubblico.

In Gran Bretagna e Francia più dell’80% della popolazione ha ritenuto che i servizi pubblici disponibili in digitale siano aumentati, ma le percentuali si riducono di molto quando viene chiesto se anche l’usabilità sia migliorata rispetto al passato (UK 67%, Francia 69%). La facilità di utilizzo rimane il criterio principe nella valutazione dei cittadini che, in tutti i Paesi, si aspettano servizi digitali fruibili senza difficoltà.

Stato civile, servizi sanitari e tasse al top delle procedure digitalizzate

Le procedure che dall’indagine risultano più digitalizzate sono quelle che riguardano gli atti dello stato civile, i servizi sanitari e le tasse. La sanità viene riconosciuta come priorità per tutti, tranne che per Francia e Germania. La formazione è al secondo posto soltanto per i cittadini britannici. In Italia la quasi totalità degli intervistati (90%) vorrebbe delegare al digitale tutte le procedure amministrative, seguono Spagna (89%) e Norvegia (85%).

Le percentuali sono meno incisive quando si tratta di protezione dei dati. In tutti gli Stati, solo la metà degli intervistati sarebbe favorevole a cedere i propri i dati a un’unica piattaforma per agevolare l’identificazione online, ma tutti sono concordi nel volere che siano attori pubblici ad amministrarne la gestione.

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